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mere. Gli Austriaci al confronto fanno una ben triste figura. Tirano male, non colgono il segno, i loro proiettili non iscoppiano quasi mai. Ieri l’altro hanno tirato più di cinquanta granate per arrivare a ferire leggermente due dei nostri soldati.

Stanotte ho assistito, dall’alto d’una delle mie trincee, a due furiosi combattimenti vicinissimi, che sono appena il preludio dell’inizio d’un’azione importante. Soltanto chi le ha viste da vicino può farsi un’idea delle difficoltà quasi insormontabili che i nostri soldati riescono pure a superare trionfalmente. E che soldati! Ora li conosco intimamente, questi bravi figliuoli, pieni d’abnegazione e d’eroismo semplice e tranquillo, che compiono sforzi omerici e penosissimi con una tenacia sempre gaia e alacre, affrontando ogni sorta di disagi e di sacrifici. Ah, mamma mia, se tu sapessi che compassione sdegnosa si sente quassù per tutti gli strateghi da caffè! Un bacio.

Giosuè.