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15 ottobre 1915.


Mamma mia adorata,

tra ieri e oggi, oltre a due pacchetti di cioccolata, ho ricevuto ben due cartoline tue e una lettera del giorno otto, arretrata, ma non perciò meno cara e gradita. Son dolentissimo dell’equivoco nato con l’amico Campana, uno dei rari amici veramente provati, fedeli e carissimi. Digli che gli scriverò, appena avrò due minuti di tempo, e intanto che fu per me un vero dolore non averlo potuto abbracciare prima della mia partenza, perchè avrei voluto dirgli e raccomandargli tante cose, poichè l’amo come un fratello.

T’avverto che Giorgio nella sua bontà e nel suo affetto ha esagerato sul conto mio in modo veramente scandaloso, poichè non mi sono mai sognato di fare niente di pericoloso e di straordinario e di miracoloso. Non bastano davvero due innocue e modeste ispezioni per fare un eroe immortale. Ci vuole altro! Il mio attendente è mille volte più eroe di me.