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tardo, cosa che mi riempie di costernazione. Ma bisogna aver pazienza, che il Signore ci aiuta e ci protegge anche troppo.
Iersera è morto di malattia il s. ten. Cecchi, quello che vedesti con me in piazza d’armi. Prega per lui, che era un buon figliuolo, ed è morto da vero cristiano.
Il 7 mi comunicai anch’io, cosicché abbiamo ricevuto insieme il Signore. Dillo anche alla Marina, che ascoltai la messa per la persona che sa, e che presto spero di poterle scrivere a lungo. Intanto ringraziala delle sue belle e buone letterine.
Forse a quest’ora avrai già parlato con Giorgio, che deve essere venuto costà in licenza. Spero di poterti scrivere più a lungo domani. Un bacio altrettanto frettoloso, quanto tenero e affettuoso, dal tuo
Giosuè.
(46)
11 ottobre 1915.
- Mamma mia cara,
credimi, quel che racconta Giorgio sono esagerazioni. Io non sono affatto arrischiato e