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e le sètte, i governi e le popolazioni, e via discorrendo; campo vastissimo e presso che infinito. E siccome in ogni ampia congerie di cognizioni uopo è recare un certo ordine e scegliere, e che l’elezione e il metodo debbono essere determinati dal fine, questo si dee prendere da quei concetti e da quelle cose che oggi piú importano. Abbiamo veduto che tre bisogni principali signoreggiano l’etá nostra e apparecchiano materia di nuove mutazioni, cioè la sovranitá del pensiero, la costituzione nazionale dei popoli e il riscatto delle plebi. A soddisfare adunque^ questa triplice necessitá, come a scopo ultimo, dee collimare ogni ricerca, ogni studio, ogni lavoro della scuola italica. Ma l’Italia avendo un certo suo essere particolare, le generali riforme vogliono accomodarlesi ed essere regolate e informate dal genio suo proprio. Si dee aver l’occhio ad ammannire gli aiuti, qual si è l’egemonia, e rimuover gli ostacoli, il primo dei quali è l’imperio pretesco. Molte sètte ci dividono; alcune delie quali sono^dialettiche e possono migliorarsi, altre sofistiche, che fa d’uopo rimuovere dai negozi come incorreggibili e troppo aliene dalla scuola nazionale. Le proprietá speciali di questi assunti deggiono dar orma alle generalitá anzidette, e temperando a uso nostro le dottrine straniere, renderle profittevoli. Imperocché in Francia, in Germania, in Inghilterra si è molto pensato e scritto su ogni parte della civiltá, e cotali lucubrazioni ci gioveranno se ne farem capitale con animo libero e con savio discernimento, il quale non può derivar d’altra parte che dalla giusta notizia delle cose nostre e dall’abito patrio radicato profondamente.

Ma la parte positiva e coetanea delle cognizioni è oggi trasandata in Italia come ogni altro genere di nobili studi; e non conosco chi alla nostra memoria l’abbia avuta a dovizia, eccetto Pellegrino Rossi. Se non che. costretto dall’amor patrio a spatriare da giovane, trattare i negozi e dettar nella lingua di contrade forestiere, l’italianitá dei pensieri fu per avventura in lui meno vivida che da tanto ingegno altri poteva aspettare. Oltre che, essendo stato condotto dai tempi e necessitato dalla fortuna a convivere e stringersi coi liberali conservatori, se col