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varie membra di una sola, non può essere cattivo quando proviene dal contrapposto di piú adunanze. Il vero si è che senza opponenti non può aver luogo una vera deliberazione, perché nella dialettica civile come nella scientifica e naturale il conflitto è necessario all’accordo, e il vero rampolla dal falso delle obbiezioni, il certo dalle dubbiezze. La polemica parlamentare degli opponitori, se è ben condotta (il che, a dir vero, non succede sempre), serve a porre in luce i vari aspetti delle quistioni e a far cogliere il vivo delle cose: ammaestra il governo, frena il maggior numero, impedisce la tirannia di un’opinione, protegge la libertá, favorisce il progresso, rappresenta gl’ interessi meno palpabili, i diritti meno curati, le veritá meno attese e piú recondite, difende le idee contro i fatti, il diritto contro il possesso, i sensi generosi contro il vile egoismo; e ancorché non sortisca l’efFetto suo, è efficacissima come protesta quando combatte per la ragione e per la giustizia, essendo in tal caso profetica e contenendo in potenza la parte maggioreggiante e prevalente dell’avvenire. Ben si richiede a portar questi frutti che gli opponenti sappiano moderarsi, destreggiare, cansare i romori inutili, le interruzioni incivili, le improntitudini scandalose; che usino i modi e il linguaggio della buona ragione e non mai della passione, e che sieno disciplinati come in Inghilterra, in vece di procedere scompigliatamente e alla cieca come spesso interviene in Francia e in altri paesi.

Dall’altra parte la moltiplicitá delle assemblee deliberatrici (o dei magistrati politici che le suppliscono) è necessaria anco alle repubbliche bene costituite, e l’esempio di America è un fatto cospicuo che vai meglio di ogni discorso. Non giá mica che il loro conserto si faccia per via di conflitto e di equilibrio, in quanto rappresentino idee e cose contrarie o correlative, come a dire l’aristocrazia e la democrazia, la proprietá e l’industria, la conservazione e il progresso o simili, secondo il parere di certi politici, i quali scambiano cose troppo diverse, attribuendo alla scambievole correlazione dei vari consessi quella varietá di uffici e antagonia di parti che si aspetta ai componenti di ciascuno di loro. Quando la materia dei dibattimenti è comune,