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di noi sia fondata sopra ragioni piú ampiamente controverse che non quelle addotte per conchiudere, e le poche parole contradittoriamente pronunciate non bastano.

Signori, vi fu un nostro collega che fu ed è ancora una potenza in Italia, che fu l’Èrcole che sollevò e collocò la prima pietra dell’edifizio italiano. Ora avvenne che quest’uomo, chiamato al potere, dissentisse in una questione di rilievo dai suoi colleghi, e quindi fosse indotto a ritirarsi dal ministero.

10 premetto, o signori, che, relativamente alla questione che fu occasione di questo dissenso, l’opinione mia si discosta da quella dell’uomo illustre che si ritira dal potere; che io, ultimo deputato ed oscuro cittadino, dissento dal celebre scrittore, dall’egregio filosofo Gioberti. Ma ciò premesso, io, signori, vi confesso che non posso, senza sentito dolore e senza richiamarmi energicamente, udire parola attentatrice all’onore e alla illibatezza ed alla gloria di questo nostro illustre collega: io credo che nessuno di noi può consentirvi.

Signori, la maggioranza di questa Camera può dissentire dall’opinione di Gioberti sopra un punto particolare della questione politica, e mostrò di dissentire; ma la maggioranza di questa Camera, anzi la Camera intiera conosce pure ed apprezza quanto egli ha operato per la patria, e non può disdirgli la debita riconoscenza. Supponiamo anche che l’errore celasse per un momento la splendida intelligenza dell’ex-presidente: possiamo noi, o signori, per questo rinnegare la gloria che egli riflette su noi e sul paese, e gettare una nota di riprovazione sopra un uomo cosi grande e cosi benemerito della patria, sopra una vita spesa per la libertá e la indipendenza italiana?

11 parlamento si pronunciò sulla questione che causò l’allontanamento di Gioberti dalla deliberazione degli affari. Io non cercherò fino a qual punto il parlamento possa intervenire in tal questione, giacché i rapporti internazionali e la forma dei medesimi è cosa che, secondo il diritto costituzionale, è nell’arbitrio e nella responsabilitá del potere esecutivo. Ma ad ogni modo, accettando il fatto, quello che io non posso assolutamente gli è il lasciar passare inavvertite o incontestate parole che possono offendere il carattere di un illustre nostro collega o l’onore del suo nome ( bravo ! benissimo /) .

Reta propone il seguente ordine del giorno: «La Camera, confidando che la popolazione di Torino vorrá reprimere col suo fermo