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Una voce. È incostituzionale.

Lanza. Non è questa la questione che io voglio esaminare: io la lascio da parte: mi fermerò solamente sopra alcune imputazioni, le quali non debbono colpire quel grand’uomo.

Si dice che egli permise che si faccia quest’indirizzo: io protesto contro quest’allegazione ed affermo che egli è estraneo, affatto indifferente al medesimo; né era in lui l’opporsi a che non avesse luogo. Lo si accusa inoltre di avere in un discorso pronunciato sulla piazza mandati «evviva» al popolo, alla guardia nazionale ed all’esercito, e dimenticato il parlamento ed il re. Rispondo che questo non è vero: io ho inteso in una di queste sere che, fra i diversi «evviva» pronunciati, uno era appunto diretto al parlamento subalpino e l’altro al re. Del resto, suppongasi pure che non abbia pronunciato questi «evviva»: e come, o signori, si potrebbe da questa reticenza indurre che abbia commesso un’ illegalitá?

Ha forse mai Vincenzo Gioberti pronunciate parole che provocassero al disordine, alla rivolta? Direbbe una calunnia chi ciò asserisse. Se in tutte le sue brevi allocuzioni al popolo non mandò sempre «evviva» al parlamento, può dipendere da che il filo delle sue idee non lo conduceva a ciò. Ma volerlo accusare o censurare per questo non è ragionevole né delicato. Io mi riassumo per conseguenza nel pregare la Camera di non voler maggiormente fermarsi sopra questo malaugurato avvenimento ed irritare gli animi, insistendo sopra una sventura pubblica che tutti compiangiamo. Cerchiamo in vece di stare uniti e di occuparci unicamente degl’interessi della nazione e procuriamo di coprire coll’oblio il passato.

Varie voci. La chiusura!

Presidente. Essendo proposta la chiusura, non posso fare a meno di metterla ai voti: chi intende...

Montezemolo. Domando la parola contro la chiusura.

Presidente. Ha la parola contro la chiusura.

Montezemolo. Signori, poche voci si son fatte sentire in questa Camera sull’argomento che ora è in discorso; ma queste voci hanno portato la commozione ed il perturbamento negli animi nostri. Per un fatto grave come quello di cui si tratta, cioè un’imputazione contro l’ illustre deputato che avant’ ieri era presidente del consiglio, una chiusura ed un’ordine del giorno subito ed istantaneo non è cosa da ammettersi. Bisogna che la coscienza di ciascuno

V. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia -ni.

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