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apparenza, la ripulsò con queste belle parole: «Poiché ci hanno tolto la cittá e la patria, ci lascino almen la famiglia». Tanto il buon senso plebeio sovrasta alla falsa scienza dei sensisti e degli avvocati n ! Non dico giá che questi rari pregi sieno netti da ogni mendo, e che anche Parigi non abbia la sua plebaglia pronta alle violenze ed al sangue negl’impeti sediziosi. Ma fatta la cerna del buono e del reo, quello prevale di gran lunga; e io porto opinione che la plebe parigina avanzi tutte le altre principalmente per quella vivacitá d’istinto progressivo e sociale, che fa di essa come un sol uomo e imprime non solo un’energia insuperabile ma un razionale indirizzo alle sue mosse. Dai tempi della Lega ai nostri la storia di questo popolo e le sue commozioni straordinarie rendono immagine di un processo cosi logico, cosi graduato, cosi sapiente, che nessun altro ceto può a gran pezza paragonarsegli da questo lato; tanto il senso e l’intuito popolare, quando è giunto a un certo grado di vivezza e di maturitá, supera di perfezione il senno individuale e la dottrina degl’ ingegni privilegiati.

Questo fenomeno non parrá strano e incredibile a chi avverta che le aggregazioni non fortuite dell’umanitá somigliano a quelle del mondo materiale, nelle quali il conserto di due o piú elementi partorisce nuove forze che in ciascuno di essi non si rinvengono, come si vede negli ordini chimici e piú ancora nei regni organici, che sono il colmo della vita universale della natura. Ora la plebe civile è un aggregato naturale come la nazione di cui fa parte, anzi ne è il fondamento, tanto che nel suo procedere collettivo ella segue istintualmente certe leggi, di cui in ciascun de’ suoi membri, voglio dire nelle sue facoltá

0 propensioni, l’osservatore piú attento non può trovare un vestigio. Ma affinché questa maraviglia si verifichi, uopo è che

1 vari individui abbiano fra loro in sommo grado quella virtú unificativa che «simpatia» si appella, senza la quale la folla

(i) Dico degli avvocati che sono solamente causidici, pei quali il matrimonio non è che un contratto; dove che pel popolo come pel vero filosofo è uno statuto naturale e quindi immutabile.