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del bene universale per norma dei loro atti e criterio delle loro opinioni? I piú di quelli, che si gridano costituzionali o repubblicani, sono tali perché mette loro conto di essere, secondo che hanno interesse a mantenere o ad innovare, e temono di perdere gli onori e gli utili o agognano di acquistarli. Biagio Pascal si doleva che il grado di lunghezza meridiana o di altezza polare determini spesso nell’etica le regole del giusto e dell’ingiusto; ma se oggi risuscitasse, dovrebbe muovere in politica le stesse e maggiori querele. Imperocché tale, verbigrazia, che è monarchico perché graduato o favorito dal regno, diverrebbe repubblicano se la disgrazia lo trabalzasse; e tale vuol la repubblica, esule in Francia, che, ricco e potente in Italia, terrebbe dal principato. Il desiderio di arricchire e godere nei piú ignobili, quello di potere e di comandare in chi ha spiriti piú elevati, sono il principio determinativo del maggior numero cosi nella scelta delle dottrine come nella vita e nei portamenti; non dico solo fra le sètte sofistiche dei retrogradi, dei municipali e dei puritani, ma eziandio in quelle dei conservatori e dei democratici.

Ora nessuna causa può vincere e trionfare se muove da tali fini ed è informata da tali spiriti. L’immoralitá e la corruzione misero in fondo, come vedemmo, il Risorgimento italiano; e faranno lo stesso servigio al Rinnovamento, se il male non si tronca dalla radice. Siccome gli uomini eletti ad indirizzarlo dovranno uscire principalmente dalla parte democratica, uopo è che questa fin d’oggi si migliori e si purghi, considerando la moralitá come la prima condizione richiesta a meritare ed avere nome e credito di liberale. Chi non ha per tal rispetto un nome illibato sia escluso inesorabilmente da ogni compagnia e maneggio civile, quanta che sia d’altro lato la sua sufficienza e la bontá dei principi politici di cui fa professione. Per riuscir valentuomo nella vita pubblica uopo è anzi tutto essere galantuomo nella privata, e specialmente avere quella lealtá specchiata di parole e di opere, che è la base della rettitudine nell’uomo e nel cittadino. La democrazia italiana ebbe finora poco credito, perché trascurò questa importante avvertenza nell’elezione dei membri, degl’interpreti e dei capi, badando solo alle opinioni