Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/286

offende il senso morale, ripugna ai veri interessi d’Italia e ha l’impronta indelebile del genio fazioso! 1 ).

Il vero modo di diffondere e persuadere una dottrina si è quello di non inculcarla partigianamente, quasi che si voglia di forza introdurla negli animi e negl’intelletti; perché lo studio fazioso mette in guardia gli uomini e l’intolleranza gli sdegna, anzi gl’ inclina alle opinioni contrarie a quelle che si vogliono

(i) Io non vorrei scrivere parola che potesse spiacere ad uomini da me onorati e stimati altamente. Il comitato francese, italiano e spagnuolo, di cui ho giá fatto cenno, si propone (se sono ben ragguagliato) di fondare anco in Italia una scuola democratica indipendente e distinta da quella del Mazzini e dei puritani, i quali screditano in molti modi le idee liberali e ne allontanano i giudiziosi. L’ intento è buono e degno di lode, perché nell’ incertezza della piega speciale che piglieranno gli eventi, e atteso la poca fiducia che (purtroppo) si può avere nell’energia del governo sardo, ogni qual volta occorrano casi difficili e straordinari e vi sia modo di riassumere la causa italica, egli è bene che la repubblica abbia interpreti degni e autorevoli eziandio nella penisola. Ma chi voglia accreditare l’ idea repubblicana dee anzi tutto evitarne le esagerazioni : chi voglia dividersi dal Mazzini e dai puritani dee non solo biasimarne le esorbitanze pratiche ma ripudiarne francamente le eresie dottrinali. Le quali si possono ridurre a quattro capi : i° che la repubblica sia la sola forma legittima di governo; 2 0 che la sua introduzione debba sovrastare agl’interessi dell’unione, dell’indipendenza e di ogni altro bene civile; 3» che nel por mano al patrio riscatto si debba rifiutare assolutamente l’aiuto del principato; 4 0 che la rivoluzione politica debba essere accompagnata da una rivoluzione religiosa contraria agli ordini cattolici. Ora, se le parole del comitato s’ intendono letteralmente, non veggo come escludano anzi non includano queste opinioni. Imperocché, come giá abbiamo veduto, egli pronunzia che non vi ha in Italia governo legittimo fuori della repubblica romana; dal che segue che la monarchia civile e leale di Sardegna è tanto illegittima quanto l’assoluta e fedifraga di Pio, di Leopoldo e di Ferdinando. Ne segue ancora che si dee rifiutare ogni concorso del re sardo, ancorché fosse utile o necessario alla rigenerazione patria; e che anzi, potendo, gli si dovrá tórre il regno, giacché i sovrani illegittimi non meritano altra sorte. Or non è questa a capello la dottrina dei puritani? non è quella che Giuseppe Mazzini predica e pratica da tre lustri? Quanto alla religione, il comitato, posti a rassegna i vari culti di Europa e fatta menzione speciale del cattolico, li ripudia tutti egualmente, conchiudendo con queste parole: «Enlre vos religions et notre religion, que les peuples prononcent» (Le national, 17 aoúl 1851). La qual professione pare fuor di proposito, se coloro che la fanno fossero disposti a rispettare gl’instituti cattolici e a rimuovere dal moto italiano tutto ciò che può offenderli e dar ombra o sospetto ai loro amatori. Il Mazzini sarebbe pronto a soscrivere il detto articolo non meno che i precedenti ; e in un giornale dichiarò di approvarli, dolendosi solo che gli si voglia tórre l’indirizzo delle faccende. E in vero coloro che non conoscono le egregie intenzioni dei membri del comitato, vedendo la medesimezza delle dottrine, potranno suspicare che la lite politica sia una gara personale e che si tratti solamente di sapere chi debba essere dittatore o presidente o almeno triumviro della futura repubblica italiana.