Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/285

che prova chi non la tenta e non si rivolge ai partiti meno sicuri se non quando ci è costretto e non è arbitro dell’elezione.

Si raccolgano adunque tutti i buoni italiani intorno al giovane principe, e dandogli prove di affetto, non giá cieco e servile ma oculato e generoso, lo animino, lo confortino, rinfiammino colle parole e colle opere alla redenzione patria, E per meglio riuscir nell’intento, diano forza alla loro voce colla potenza dell’opinione, alla quale difficilmente si sottrae eziandio chi regna.

10 non ho potuto altro che abbozzare assai rozzamente il concetto egemonico; il quale, svolto e considerato nelle varie sue applicazioni e sotto ogni sua faccia (specialmente per ciò che riguarda i vari modi e casi possibili di esecuzione), è una cava feconda di ricerche teoretiche e di avvertenze pratiche, degna di occupare gl’ingegni piú valorosi. E siccome non può far frutto se non si distingue da quelle larve con cui i municipali s’ingegnano di soppiantare l’idea vera, né questa è atta a penetrare anco nel popolo se non vi è portata dalla stampa civile; qual tema piú bello, piú nobile e piú accomodato ai tempi può immaginarsi per un’effemeride che L’ egemonia subalpina ? Né i repubblicani dovrebbero essere schivi di favorire l’impresa per accreditare la loro opinione, a cui nulla tanto nuoce quanto

11 sospetto di puritanismo. Giuseppe Mazzini ebbe un momento di lucido intervallo, invitando anco i principi o almeno lasciando loro aperto l’adito alla redenzione patria. Ma che? I suoi sudditi gridarono, tempestarono, minacciarono di ribellarsi; e il valentuomo, per non perdere lo scettro, fu obbligato a cantare la palinodia. Ora si tenga per fermo che una dottrina, che subordina assolutamente a una forma politica il patrio riscatto, che prepone all’autonomia e agli altri beni piú capitali la repubblica, che non è acconcia a patteggiare in nessun caso col principato a costo di porre in compromesso e peggiorare le patrie sorti, e che colloca per ultimo nella stessa schiera i re buoni e i cattivi, gli osservatori e i rompitori della fede giurata, il principato civile e il tirannico, movendo guerra agli uni e agli altri egualmente, non avrá mai l’assenso del maggior numero degl’italiani, sará in abbominio dei savi e dei virtuosi: tanto ella