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i tristi e i faziosi ne piglierebbero animo ad insolentire, i repubblicani volgerebbero altrove le loro speranze, nascerebbe la divisione, e l’egemonia sarda diverrebbe impossibile o sarebbe piú di sconcio e di danno che di profitto. Ma se il governo subalpino entra nel buon sentiero, toccherá agli altri italiani il tenervelo e il confermarvelo. Imperocché i suoi apparecchi militari e civili, ancorché avessero quel maggior grado di perfezione onde sono capaci, non basterebbero all’intento senza il concorso delle varie popolazioni. O si tratti adunque di ridurre tutta Italia autonoma ed una o, i tempi non permettendolo, si possa almen fare verso tale scopo qualche passo notabile, uopo è che al primo levarsi della insegna liberatrice tutta l’Italia dalle Alpi al mare si raccolga intorno a Vittorio Emanuele e risponda al suo invito col grido patrio, colle opere, colle speranze. Che potenza inestimabile non tornerá al giovane principe da questo consenso universale! che forza al governo e all’esercito piemontese! Gli austriaci e i puritani perderanno ogni vigore, perché le sciabole e le sètte sono impotenti contro il voto pubblico. I fautori assennati e sinceri del governo di popolo, che non intendono sotto questo nome il proprio dominio e che antepongono la dignitá e l’autonomia nazionale ad ogni altra considerazione, non esiteranno tra un vessillo italiano e uno stendale forestiero ancorché si affacciasse, e ameranno meglio di esser liberi per opera delle armi patrie che per grazia e limosina degli esterni.

Né ripugnerá loro che la bandiera sia regia; perché se il corso degli eventi di Europa non volgerá subito a Stato popolare, l’egemonia del principato metterá in salvo gli ordini liberi. Nel caso contrario, il regno sará una dittatura a tempo e, come tale, non che nuocere, gioverá. Imperocché il potere dittatorio richiede due cose, cioè autoritá grandissima di comando e sommo vigore di esecuzione. Ora queste due parti si trovano piú facilmente in un principe che in un privato. Imperocché l’assunzione di un cittadino a tanto grado in un paese dove la gelosia e l’invidia possono assaissimo, desterebbe una folla di competenze, che non han luogo se l’eletto è persona pubblica e giá