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che ha date, si è chiarito sinora piú atto o, vogliam dire, meno inetto della repubblica all’impresa patria. La natura intrinseca delle cose conferma questa sentenza, giacché niuna nazionalitá può sorgere e stabilirsi senza un principio egemonico di qualche sorta. Ora due soli seggi egemonici soccorrono oggi nella penisola, cioè Roma e il Piemonte. Uniti insieme, possono dar luogo a una egemonia compiuta; ma, divisi, corre fra loro questa differenza: che il Piemonte può molto anche senza Roma, dove Roma non può nulla senza il Piemonte. La ragione si è che questo è la sola provincia italiana che abbia in pronto una milizia numerosa, disciplinata, agguerrita, devota alla libertá e alla causa patria. Senza l’esercito subalpino (giacché del napoletano non accade discorrere) l’Italia è inerme o quasi inerme, quando per raccoglierne e disciplinarne un altro che lo somigli di esercizio e di valore ci vorrebbe gran tempo e molta fatica. E non avendo armi, come cacciare i barbari? come purgarne la bassa Italia, la Venezia, la Lombardia? Colla diversione forse? Ma che i moti oltramontani sieno tali da bastare per se soli a liberarci, è un presupposto difficile a verificare. Né la diversione sarebbe altro che a tempo; e se l’Italia è disarmata, ricadrebbe ben tosto in bocca al nemico, che in vece di perdere amplierebbe la possessione. Coll’aiuto francese? Ma ciò torna a dire che in vece di egemonia propria avremmo una supremazia forestiera. Imperocché un’egemonia che non sia patria e nazionale involge contraddizione, come quella che non può essere fattiva di nazionalitá e di liberi ordini ma di vassallaggio o di servitú. Coloro che credono di ovviare al male colla forma repubblicana e colle Diete costituenti, quasi che tali mezzi sieno una guarentigia di autonomia quando si manca di armi proprie, dovrebbero ricordarsi delle repubbliche e assemblee italiane dell’etá scorsa. Le armi straniere senza le proprie sono di poco onore e di molto pericolo, e un’indipendenza acquistata col solo braccio degli esterni non è tale che di nome. Anzi è piú vergognosa del selvaggio, perché chi è schiavo in tal modo e non se ne accorge, vedendo 1 lacci copi i ti o indorati e salve le apparenze, la segno di essere tuttavia fanciullo e indegno di libertá.

V. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia - ili.