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anticipato e di congiura, non possono fare un effetto spontaneo; essendo parziali, non possono produrre un effetto universale. Perciò i tentativi di questo genere o vengono soffocati nel loro nascere e partoriscono immediatamente per via di riscossa un regresso proporzionato; o se riescono momentaneamente, danno luogo alle divisioni, che debilitano la parte popolare e adducono piú tardi la rovina. Imperocché, quando il principio è viziato, non può esser buono il progresso, benché per contro il progresso possa sviarsi anche quando il principio è buono. Perciò la regola del progresso consiste nel mantenerlo conforme al cominciamento, cioè spontaneo ed universale, e quindi nel preservarlo dalle fazioni. Il Risorgimento italiano ebbe prospera fortuna finché rimase fedele alla spontaneitá e universalitá delle sue origini. Ma quando le sètte sottentrarono ai pochi uomini animati dal genio nazionale che preparato lo avevano, quando esse cercarono di corromperlo per accomodarlo ai propri fini, quando i municipali vollero ristringerlo riducendolo dalla nazione alla provincia, quando i puritani vollero allargarlo con una nuova rivoluzione distruttiva della prima; nacquero subito le scissure: i democratici si partirono dai conservatori, i principi dai popoli, Roma ecclesiastica dall’Italia laicale, il Piemonte divenne segno alle gelosie e ai sospetti degli altri domini ; e quell’opera mirabile, che l’unione spontanea di tutti aveva incominciata, fu dalla divisione e dalle parti in pochi mesi distrutta. Altrettanto accadde in Germania, e sarebbe avvenuto in Francia, se il popolo avesse perseverato negli errori dei primi mesi, continuando di porgere orecchio agli utopisti, per cui il moto eroico di febbraio riusci ai tumulti sanguinosi di giugno. Ché se il presto ravvedimento mantenne la forma repubblicana, lo sbaglio momentaneo ne impedi i frutti e fece effetti che durano ancora. L’esempio europeo del quarantotto può servir co’ suoi falli di regola al Rinnovamento, mostrando che non basta il vincere se si abusa della vittoria. Imperocché ogni abuso notabile suscita molti nemici, distrugge l’unanimitá e, separando i migliori dalla causa trionfante, ne prepara l’eccidio. Perciò, se la democrazia vincitrice desse nel sangue e nell’aver di piglio,