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giorno piú poderoso ed invitto. Ché se non riusciva difficile il soffocarlo quando era come isolato; da che i popoli hanno compresa quella parola evangelica che «ogni regno e ogni cittá divisa è diserta»1, le loro riscosse sono insuperabili. Come infatti resistere a un impeto universale?

Siccome però le leggi generali non annullano l’arbitrio e non ne impediscono i traviamenti parziali e momentanei, il prevaler temporario della Russia è un caso possibile. Ma è forse probabile? Per risolvere la quistione bisogna mettere a riscontro i governi ed i popoli, e quindi esaminare le loro forze rispettive e gli errori che possono commettere. Fra gli errori e non tra le forze dei governi che appartengono alla fazione russa io ripongo gli ordinamenti civili a cui essa ricorre per puntellarsi, come quelli che o sono al tutto inutili o fanno un effetto contrario al proposito. Inutili sono tutti quei rimpiastricciamenti di leghe e di Diete, in cui i principi boreali consumano le loro cure; giacché tali ordini possono far qualche prò nei tempi quieti e stabili, non in quelli di rivoluzione, quando ciascuna delle parti contendenti non piglia regola dal giure positivo ma

dalle necessitá2. Inutili anzi dannose sono le leggi con cui si tenta in Italia ed in Francia di corrompere l’educazione, guastare l’insegnamento, imbrigliare il pensiero, costringere la stampa, aggravare la plebe; giacché da un lato tali provvisioni, operando a rilento, non portano il loro frutto che dopo qualche generazione, onde lo spazio sará loro tolto dal corso precipitoso degli eventi. Dall’altro lato, mentre non aggiungono alcuna



  1. Matth., xii, 25; Luc., xi, 17.
  2. Queste avvertenze quadrano in particolare al disegno d’incorporare tutti i domini austriaci alla confederazione germanica. Io ho dinanzi agli occhi un egregio memoriale su questo proposito, che forse in breve vedrá la pubblica luce (Mémoire sur le projet formè aux confèrences de Dresde d’incorporer la Hongrie et ses parties annexes à la confidèration germanique, par MM. Ladislas Teleki, Szemere, Vukovicz, Klapka et Czetz). L’illegalitá e i danni dell’assunto per li detti domini e in generale per l’equilibrio di Europa non potrebbero essere meglio e piú sodamente provati: ma con una condizione però, che io credo molto difficile a verificarsi, cioè che l’opera non solo si eseguisca ma metta radice e venga consolidata dalla pace e dal tempo.