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piú viva la miscredenza né potendo ricorrere, come dianzi, alla forza, all’oro, ai maneggi politici, alle influenze faziose, al patrocinio delle classi privilegiate e al braccio dei principi per correggere il male con palliativi, toccheranno con mano la necessitá di penetrare alle sue radici, sterpandole colle sole armi loro rimaste, cioè l’ingegno, la virtú eia scienza. Lo sprone sará tanto piú forte quanto piú numerosi e fieri saranno gli avversari, e l’oste razionale si mostrerá di gran lunga piú agguerrita, copiosa e terribile che non è stata prima. Imperocché nel secolo scorso l’incredulitá dei filosofi francesi fu cosi leggiera e superficiale, che una scienza mezzana bastava a fronteggiarla. Oggi quei pochi, che invitano a visiera alzata l’Italia a ripudiar l’evangelio, lo fanno cosi sguaiatamente e sono cosi sprovveduti di ogni corredo scientifico, che non hanno pur d’uopo di essere confutati. Ma quando, finito il moto politico che ora travaglia l’Europa ed entrata l’Italia in una nuova vita, gl’ingegni ritorneranno agli studi austeri, e la critica germanica passando i monti verrá culta e condotta innanzi in Francia, in Italia e per ogni dove, Roma spirituale conoscerá che oggi piú non basta condannare e proibire i libri, ma che bisogna confutarli, perché il divieto solo fa contrario effetto e diviene eccitamento. Conoscerá che se ufficio primario di un imbasciatore è di mantenere e difendere i diritti e i titoli del suo principe, cosa enorme e scandalosa si è a vedere che il vicario di Cristo oda impugnar tuttodí con infinita erudizione e seducenti discorsi l’autoritá del suo capo, senza curarsi di ribatterli e di metterla in luce. Conoscerá che il precetto dato agli apostoli d’ insegnare importa quello di persuadere, e che quando gli anatemi e le scomuniche sono inefficaci a tal fine, bisogna ricorrere alle ragioni. Conoscerá che anco le ragioni non fanno effetto, anzi accrescono il male in vece di medicarlo, quando non sono adattate ai tempi; e che da ciò nasce che l’esegesi, l’apologetica, la teologia come oggi s’insegnano, non che scemare, moltiplicano il numero dei miscredenti. Conoscerá che la dottrina del Bossuet, dei portorealisti, dei benedettini, dei preti dell’Oratorio, ottima quando fioriva, non basterebbe al di d’oggi, benché

V. ( íioberti, Del rinnovamento civile d’Italia - hi.

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