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per cagion di esempio, che l’ignoranza dei chierici non solo produce il male ma ne impedisce il rimedio? F’inché le menti sono intenebrate, chi propone riforme, eziandio ragionevoli, necessarie, cattolicissime, non viene ascoltato, e spesso gli si dá del temerario o dell’eretico per lo capo. Tal è la sorte che quasi sempre incontra da tre secoli a coloro che vorrebbero proseguita e compiuta l’opera appena incominciata dal Tridentino; tal è quella che toccò non ha guari a un illustre italiano che con somma riserva e moderazione, anzi con timidezza, accennò alcune poche delle molte piaghe che magagnano il corpo del sodalizio cattolico. Uno dei morbi piú gravi è senza dubbio il -^gesuitismo degenere, che altera, inceppa, contamina tutte le parti deTntwegaamento, dell’amministrazione, della gerarchia ecclesiastica, e tronca specialmente i nervi e oscura lo splendor della tiara. Ma qual è la radice della potenza gesuitica se non l’ignoranza? Illuminate le menti dei fedeli, dei preti, dei vescovi, e il gesuitismo parrá a tutti, qual si è in effetto, falso, corrotto, ipocrita, pernicioso, ridicolo. La sua morale incivile e versatile non potrá piú orpellarsi coi sembianti di zelo e di devozione; e la critica puerile e faziosa, con cui esso cerca di appiccare il sonaglio di giansenismo e di eresia a coloro che non gli vanno a genio per rovinarli, in vece di essere stimata scienza, sará in conto di libellistica. Stabilita e sparsa questa persuasione, verrá probabilmente un papa savio, che abolirá la Compagnia o s’ingegnerá di riformarla, se la cosa gli parrá fattibile; e ad ogni modo, essa non potrá piú nuocere, perché priva di forze e di riputazione. Eccovi come il dar bando all’ignoranza è il modo piú pronto, piú spedito, piú sommario di sortir l’intento, e il solo operoso e efficace, perché la scienza solamente, in ogni ordine di cose, può scoprire il male e porgerne la medicina.

Dall’altra parte chi non vede che, sciolti i chierici dalle ambizioni, dalle cure e dalle delizie secolari e migliorati i loro costumi, essi avranno da un canto piú tempo e agio di attendere agli studi gravi e severi, e dall’altro piú stimolo di farlo, quando lo zelo sincero della religione non verrá piú soffocato e sopraffatto dai mondani interessi? Veggendo dilatarsi d’ora in ora e farsi