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come alcuni credono, quando i mancamenti della religione hanno la loro radice nella volontá o nell’ intelletto de’ suoi ministri. Dalla mente procede l’ignoranza, dall’arbitrio la corruzione; e siccome queste due potenze insieme unite fanno il pensiero, ne segue che la riforma ortodossa del cattolicismo consiste nel migliorare il pensiero del sacerdozio. In tal guisa sará naturalmente immegliata e riformata l’azione, come quella che è buona o rea secondo il pensiero che l’anima e l’informa. Ora l’esperienza insegnandoci che la corruttela dei chierici deriva dal temporale e l’ignoranza loro da difetto di buona instruzione, séguita che tutta la riforma si riduce a due capi fondamentali, cioè a far che la fede sia oggi, come a principio, veritá nell’insegnamento e spirito nelle operazioni (0. Tali sono ormai le condizioni dell’avanzata cultura, che la Chiesa rimette della spiritualitá sua se, contro l’esempio di Cristo, ha «un regno in questo mondo» (*); e non apparisce a tutti come veritá, se il sacerdozio non sa accordarla colla scienza moderna e strenuamente difenderla da’ suoi assalitori. Cosi la prima riformazione porrebbe in sicuro i civili perfezionamenti ; perocché, tolte v al chiericato le profane ingerenze, esso non avrebbe piú modo e motivo di odiarli e di attraversarli. La seconda rimetterebbe in credito le sacre dottrine, le quali scemano ogni giorno di seguaci, perché coloro che le insegnano e le predicano non sanno piú renderle accettabili agl’intelletti. Ed entrambe purgherebbero la comunanza cristiana dai disordini e abusi disciplinari che la guastano, i quali tutti nascono o dai cattivi influssi della potestá temporale o da difetto di cognizione. Per tal modo, senza toccare menomamente l’essenza della religione cattolica (che è per natura immutabile), la si porrá d’accordo con tutte le parti della cultura e in grado di aiutarle efficacemente e promuoverle.

E si avverta che tali due riforme sono cosi concatenate insieme, che ciascuna di esse ha d’uopo dell’altra. Chi non vede,

(1) lOH., IV, 23.

(2) Id., xviii, 36.