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i materiali progressi coi piú nobili, la polizia coll’enciclopedia, rendendo una ed armonica la civiltá universale. La dialettica, essendo la misura e il regolatorio di tutto e quindi eziandio delle speculazioni, non può essere semplicemente una dottrina, ma dee avere altresí dell’effettivo e vestire qualitá di un abito che s’indonni di tutto l’uomo. Laonde, se come filosofia ella risiede nella dottrina della creazione, come abitudine non può rinvenirsi fuorché in un popolo il cui genio nazionale partecipi piú specialmente degli altri all’atto creativo. Imperocché in cotal popolo la dialettica non è semplicemente una cognizione speculativa ed astratta, e però soggetta a corrompersi come ogni altra dottrina; ma bensí una cosa concreta, ferma, viva, efficace, quanto la nazione in cui è individuata e come dire impersonata. E avendoci atto e abito di persona, i suoi dettati non sono semplici filosofemi teoretici o canoni scienziali ma aforismi e massime pratiche, tanto piú stabili e operose quanto il senso retto, a cui conferiscono tutte le facoltá dell’uomo, è un modo di cognizione piú perfetto ed attuoso del semplice giudizio speculativo.

Or qual è la nazione, la cui tempera originale s’immedesima piú intrinsecamente colla forza ideale e creatrice, se non l’Italia? Presso le altre la creazione è dottrina e partecipanza secondaria; dove che in Italia è dottrina e fatto principale, essendo, per cosi dire, l’Italia medesima. A lei dunque tocca il primato ideale e l’ influenza creatrice. Il primato scientifico, politico, industrioso della Germania, della Francia e della Gran Bretagna presuppone adunque il primato italiano; il quale è morale e civile, avendo per base l’idea in se stessa, di cui le altre specie di preminenza sono l’applicazione e la pratica negli ordini inferiori dell’ azione e dell’ intelletto. Senza questa scorta il maggioreggiare degli altri popoli è difettuoso e può tornare calamitoso, atteso che i progressi vogliono essere regolati da principi fermi e da saviezza conservatrice. Eccovi che la scienza tedesca, dopo sforzi mirabili e prodigiosi incrementi, è riuscita al caos e al dubbio universale dei nuovi hegelisti. La politica francese è fomite ed esempio di continue rivoluzioni seguite da continui regressi; giacché le rivoluzioni, versando nel demolire gli ordini antichi, non riescono