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indietreggiano e s’infuturano. Nel cogliere questi due caratteri l’ingegno somiglia alla plebe, salvo che questa fa a suo nesciente e per modo di senso ciò che l’altro per modo di riflessione. E siccome lo studio del mantenere procede dal guardare indietro e quello dell’ innovare dal vedere innanzi, ne segue che l’ingegno e il popolo riescono del pari a cogliere nell’atto presentaneo le attinenze col passato e le virtualitá avvenire che vi si acchiudono, e che quindi sono insieme tenaci dell’antico e avidi dell’insolito, progressivi e conservatori. Non fa meraviglia che propensioni cosi contrarie si adunino nel ceto plebeio, il cui proprio carattere è composto di potenza e di sentimento; conciossiaché questo e quella, essendo forme universali, comprendono tutti i diversi e gli oppositi nell’ampiezza loro. Ora, essendo proprio dell’ingegno l’esplicare, mettere in atto e ridurre a perfezion riflessiva ciò che nella plebe rinviensi sotto forma d’intuito e virtualmente, egli dee partecipare alla prefata proprietá della plebe, e quindi universaleggiare in atto come quella universaleggia in potenza. Se non che, l’universalitá della prima specie non potendo aver luogo né simultaneamente né compitamente nelle creature (giacché l’atto perfetto e immanente è proprio dell’infinito), la similitudine che corre da questo canto fra le menti privilegiate e la moltitudine non trapassa i termini di una semplice approssimazione. Il che torna a dire che, siccome nella division del lavoro il compito dei minuti artieri è limitatissimo e si riduce a una sola operazione, cosi gli uomini ordinari non sogliono recare in atto che uno o pochi di quei ricchi germi onde la natura umana è feconda e che si trovano potenziati nei piú. Laddove gl’ingegni straordinari ne abbracciano una copia molto maggiore; pogniamo che per la brevitá della vita e la natura essenziale delle cose umane non possano esplicarli che in successione di tempo e molto imperfettamente. Impertanto sono piú o meno universali, come giá abbiamo avvertito; e l’universalitá è appunto la prerogativa per cui alla plebe maggiormente si accostano e somigliano alla loro origine. Cosi il nostro discorso sulla democrazia, ch e prese le mosse dalla plebe, ad essa ci riconduce,

V. Gioberti, Del rinnovamento civile d’Italia - m.

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