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è per natura cosmopolitica; e siccome la forza d’intensitá è in ragione contraria dell’estensione, essa troppo spazia d’imperio e universaleggia di dettati da poter sopperire al compito particolare delle faccende civili. Né da ciò punto segue, come giá vedemmo, che la religione e la Chiesa contraddicano o trascurino il principio nazionale, poiché anzi ne sono le educatrici; ma elle non possono far questo effetto se non mediante l’arrota della cultura. Laonde, fuori dei tempi delle origini, uopo è che tra gl’individui e la Chiesa tramezzi la patria; onde la Chiesa può bensi e dee vantaggiare, proteggere, difendere spiritualmente la patria, ma non può costituirla. Per la stessa ragione non le si può surrogare la cosmopolitia dei puritani e degli umanisti ò), i quali incorrono sotto altra forma nello stesso errore degl’ipermistici, che riducono il fòro al santuario. L’amor della patria è il principio generativo della morale civile, come l’amor del prossimo è quello della morale privata ed universale; e il prossimo è bensi la patria, ma per modo indistinto e perplesso e non ancora specificato. Laonde la caritá cristiana è il germe della cittadina, come la Chiesa della patria; ma in ambo i casi la potenza feconda ha d’uopo di attuazione. L’altra ragione si è che la Chiesa ha per ufficio di mirare al cielo piú che alla terra, all’infinito piú che al finito; e l’ideale, non essendovi circoscritto dal positivo, non può influire nelle cose temporali altro che indirettamente, cioè mediante il concetto e l’elemento civile. Per ultimo le religiose credenze operano piú per via d’intuito e di sentimento che di ragion riflessiva; e non esprimendo adequatamente il carattere proprio della virilitá e dell’ingegno, si confanno piú in ispecie (se sono sole) al genio proprio della famiglia ( 1 2 ). Eccovi che la Chiesa, essendo «matria» piú tosto che «patria», esercita particolarmente l’ufficio di madre, com’ella stessa dichiara ne’ suoi proloqui. Per la qual cosa, siccome la

(1) «Spero che gli umanisti mi perdoneranno l’uso di questo nuovo vocabolo» (Bertini, Idea di una filosofia della vita , Torino, 1850, t. 1, p. v, nota).

(2) Consulta suftra, 5. Dico «se sono sole», perché la religione è tanto necessaria alla cittá quanto alla famiglia, ma nel primo caso ha d’uopo dell’aggiunta della cultura.