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nuoce alla fama di Giorgio Hegel che la recente famiglia degli hegelisti. E in vero l’incremento di un sistema consiste nell’educare i semi generosi; il che richiede valore non ordinario, dove che è facile agl’ingegni comuni lo svolgere le parti negative e dilatare i vuoti in vece di colmarli. A ciò si aggiunge che la mediocritá dell’ingegno essendo per lo piú compagnata da quella dell’animo, ne nascono le vanitá, le presunzioni, le borie, le grettezze, le invidie, le gelosie, i puntigli, e insomma tutto quel corredo di appetiti e d’istinti malevoli che, aggiunti all’ insufficienza intellettuale, accelerano a maraviglia lo scadere e il perire delle compagnie e delle instituzioni.

La mezzanitá dell’ingegno prevalse assai meno presso gli antichi che fra i moderni, e il merito vi fu maggiore cosi per numero come per eccellenza. Laddove i piú degli ultimi si contentano di chiacchierare e di scrivere e la loro grandezza è cosa privata, i primi facevano e risplendevano principalmente nella vita pubblica. Né perciò noi sovrastiamo nelle lettere e nella dottrina, benché ci sia in conto di principale ciò che per quelli era un semplice accessorio. Cosi dei due generi di singolaritá e di prestanza in cui gli antichi si travagliavano, i moderni si son ristretti al minore, e tuttavia ci provano manco bene, contuttoché anche ivi il compito loro sia piú facile, per aver essi innanzi agli occhi i modelli dell’antichitá e la via segnata da essa. Ma il maggior divario fra le due etá si è che nell’ una l’animo rispondeva all’ingegno e tutte le potenze dell’uomo, educate e svolte del pari, si bilanciavano; onde nasceva quell’armonia squisita che oggi difetta anco ai piú favoriti dalla natura e dalla fortuna. Piú non si trova al di d’oggi l’uomo compito e plutarchiano, cioè dialettico, il quale è immagine dell’uomo ideale e augurio del palingenesiaco.

La ragion principale di tanta diversitá si dee ricercare nel ricettacolo e nell’ambiente. L’individuo perfetto ha d’uopo di un seggio proporzionato, in cui nasca, viva e metta quasi la sua radice; e di un ambiente confacevole, che lo educhi e agevoli l’uso, l’indirizzo, il pieno possesso delle sue forze: come la pianta ha bisogno di un suolo propizio e di un clima recipiente