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insigni, la nostra viene a essere l’intermissione e la pausa della virtú generativa. Cosi quel prefetto imperiale, adulando, diceva che, dato l’essere al Buonaparte, Iddio volle riposarsi, come dopo i sei giorni mosaici della creazione.

Quando mancano e scarseggiano i grandi, sormontano gli uomini mediocri. In che consiste la mediocritá intellettuale? Se mi è lecito usare (come credo di aver giá fatto in addietro) un frasario antico che i progressi speculativi hanno rimodernato, l’ingegno grande essendo il pensiero attuato da ogni parte, il mediocre ne è la potenza. E siccome la virtú del conoscimento è l’intuito, e l’atto è la riflessione che lo compie, cosi gli spiriti mezzani tengono piú in proporzione della facoltá incoativa (la cui misura assoluta è la stessa in tutti gli uomini), e gl’insigni partecipano meglio dell’altra. Stante che poi l’esercizio della riflessione dipende dal concorso della volontá e dell’arbitrio, si può per cotal rispetto assentire a quel francese scrittore, che affermava l’ingegno sommo consistere nella pazienza. Imperocché in tutti gli uomini mediocri o almeno nella maggior parte havvi un germe di eccellenza che non si svolge per difetto di occasione o di cultura proporzionata, come si può raccogliere induttivamente da molti fatti ed indizi sperimentali. La mediocritá è dunque una potenza immatura che non erompe in atto compiuto; e quando vuol fare le veci dell’ingegno, i suoi parti riescono sconciature. L’aborto è infatti un embrione male esplicato, una potenza fallita per modo che l’opera non risponde all’idea e, come direbbe Aristotile, la forma è vinta dalla steresi. Questa definizione della mediocritá spiega e giustifica la sua natura. La maggior parte degli uomini per condizioni interne od esterne non sono che potenziati, tengono piú della specie che dell’individuo e compongono quella folla che si stende per tutte le classi e chiamasi «volgo». La democrazia naturale di costoro è cosi necessaria alla vita sociale come l’aristocrazia del valore e dell’ingegno; perché se i grandi intelletti cominciano e inventano, i mezzani divolgarizzano, continuano, ripuliscono. A questi si aspetta principalmente la custodia dell’antico, a quelli le innovazioni e i progressi notabili. Gli uni esercitano quella