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e popolano vanno innanzi all’ingegno dotto e virile, il quale, sottentrando, trae da quello la parte piú bella e lodevole delle sue inspirazioni; onde la caritá e l’amore (che è quanto dire l’affetto della plebe e della donna) sono i due stimoli umani piú efficaci a suscitare azioni generose e magnanime.

Il che ha luogo non solo nella pratica ma eziandio nella speculativa, dove l’infinito andando innanzi al finito, come il sentimento alla ragione, la tendenza verso esso infinito riesce tanto maggiore quanto piú sovrasta il conoscimento istintuale e affettivo. E stante che la mistica è il presentimento dell’infinito e la religione ne è il gusto anticipato, la plebe e la donna sono il ceto e il sesso piú mistico e religioso e inclinano particolarmente al cristianesimo e al cattolicisnio, perché quello fra i vari culti e questo fra i diversi riti cristiani sono, se cosi posso esprimermi, i piú infinitesimali. Il privilegio, testé accennato, di fondare e propagar l’evangelio e consacrarne le origini non fu proprio della plebe ma comune alla donna, giacché non solo il sesso debole cooperò efficacemente a stabilirlo presso le varie nazioni, ma, secondo l’avvertenza di un recente scrittore (ri, se dai maschi provenne ogni danno della fede nascente e la morte del divino suo capo, non si legge di alcuna donna che non fosse docile alle parole di lui e pietosa de’ suoi dolori, non solo fra le pie d’ Israele, ma in Samaria, nel pretorio e fra le misere peccatrici. E come la plebe e la donna ricolsero le primizie del cristianesimo, cosi nella sua presente declinazione a malincuore se ne dipartono; e se non sempre il simbolo, almeno il senso cristiano si può dire che ancor sopravviva fra le umili popolazioni delle officine e dei campi e nei recessi delle famiglie.

Quindi nasce un altro carattere comune ugualmente alla plebe e alla donna, cioè il predominio dell’istinto conservativo, come quello che per natura si radica nel sentimento e si collega coll’affetto religioso e coll’apprensione dell’ infinito. Per la qual cosa il genio plebeio e donnesco pare a molti retrogrado; e siccome

(i) Chateaubriand, Essai sur la iittèrature anglaise.