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DEL RINNOVAMENTO CIVILE D’iTALIA

latitudine, di scioltezza; e stante le attinenze che legano insieme le facoltá diverse, non si può trascurare l’esercizio di molte in favor di una o di poche senza nuocere a quelle medesime che si coltivano. Oltre che, la divisione materiale del lavoro è opportuna e giovevole in quanto è diretta da una mente unica; il che manca ai fogli maneschi, se procedono a caso, senza avere per guida una dottrina nazionale che solo nei libri trova il suo fondamento. La stessa regolaritá minuale e quasi manuale del compito nuoce all’ingegno, che vuol libertá e non ama di lavorar colle seste e colle pastoie a guisa di un oriuolo. Io non mi abbatto mai in un valentuomo, inchiodato dalla sorte o da virtuosa elezione in cotal pistrino, senza compatirlo o ammirarlo. Il poveretto, voglia o non voglia, dee scrivere ogni giorno, a ora prefissa, sopra una materia poco geniale e spesso fastidiosa, e angustiare i suoi pensieri in una misura determinata; e abbia egli la vena propizia o ribelle, sia di buono o di cattivo umore, gli è giocoforza abborracciare un articolo, come al poeta estemporaneo un sonetto. Lascio stare che spesso gli conviene pensare colla testa degli altri, andare ai versi di un volgo frivolo o fazioso, adulare gl’individui o le sètte, riprendere o lodare contro coscienza, soffocare i suoi sentimenti, tacere o travisare il vero, corroborare il falso, per gradire ai compagni e non perdere i soscrittori. Le altre professioni letterarie sono quasi tutte piú libere e geniali: i giornalisti mi paiono schiavi in catena. Or come la molla delicata dell’ingegno e l’arduo magistero di pensare e di scrivere potria reggere a un martoro siffatto per lungo tempo? Laonde spesso si veggono intelletti non volgari e buoni scrittori, dopo qualche anno di tale facchineria penosa, perdere mezzo il loro valore e riuscire men che mezzani. E quei pochi, che resistono alla prova e serbano malgrado di essa la franchezza e la feconditá dell’ingegno, fanno segno di aver sortito da natura una tempera non comunale.

E che diremo di quelli che l’ hanno appena mediocre? quali convien che sieno i piú, quando la bibliografia diurna è cresciuta smisuratamente di mole e tende ogni di vie meglio a