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proporzionate delle nazioni, che tramezzano fra i due eccessi del troppo e del poco; e l’arte, discepola e imitatrice di quella, vi aggiunse i fochi delle cittá e i centri delle metropoli, nelle quali arrotandosi maggior numero d’uomini, il comune civanzo se ne vantaggia. La nazione è la sola area in cui la cultura ampliata vie meglio si avanza, e una gran capitale è quasi il cuore ed il celabro onde nel resto di quella si propaga la vita. Ora il Piemonte senza l’Italia non può avere alcuna di tali condizioni; e però è costretto a vegetare anzi che a vivere. Il volere per forza che faccia quello che potrebbe se fosse uno Stato ampio e forte ripugna alla natura delle cose, ed è come imporre ad un frutice la rosta densa e pesante di un albero di alto fusto.

Camillo di Cavour non si avvede che le sue preoccupazioni, come piemontese, sono inaccordabili co’ suoi nobili desidèri, come uomo colto e addottrinato. Civiltá e municipalismo ripugnano, cosi negli ordini materiali come in quelli che appartengono a un genere di cose piú eccellente. Io deplorai in addietro la mancanza di una marinaresca italiana, e proposi per supplire al difetto la lega politica dei nostri principi <0. Quando la penisola avesse una flotta confederata, il seno della Spezia sarebbe il piú degno e capace de’ suoi ridotti; e Napoleone ebbe in animo di mutar quella cala in un porto artificiale, vastissimo e non espugnabile. Ma che il piccolo Piemonte (massime ora che è aggravatasi mo) possa egli solo condurre un’impresa concetta dal Buonaparte nel colmo della sua potenza e avere una marineria degna di questo nome, è cosa difficile a immaginare non che a seguire. Vero è che il Cavour, oltre all’immaginaria, potrebbe anco metterla ad esecuzione, se tre anni addietro non si fosse attraversato al regno dell’alta Italia e non avesse avvalorato coll’autoritá del suo nome un ministero nemico della guerra e della lega patria. Queste considerazioni fanno egualmente [rei traffichi, le industrie, i pubblici lavori; fanno per tutti i miglioramenti intellettivi e morali, per tutte le

(i) Il primato, pp. (>5, 564.