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376 | del rinnovamento civile d’italia |
nelle maggiori; e quindi non sortirono alcun uomo insigne, salvo Eugenio, che si creò di fuori, e Carlo Emanuele primo, che saria stato grande se all’audacia e all’altezza dell’animo avesse risposto la lealtá1. E se niuno di essi fu crudele e tiranno (lode grande in quei secoli torbidi o rozzi), molti però furono poco osservanti della fede e della parola; onde il Giordani diede a
casa Savoia l’epiteto d’«infedele»2. I nomi di Francesco Bonnivard (reso immortale dalle prose del Rousseau e dai versi del Byron) e di Pietro Giannone attestano che la doppiezza era anco al servigio dell’ambizione propria e di vendette straniere. Né mancava l’ingratitudine, di cui diede brutto esempio Vittorio Amedeo secondo verso Alberto Radicati, «filosofo prudente e savio, che il cielo avaro di simili doni gli aveva mandato in corte3», e verso il magnanimo Pietro Micca4. Per difetto di spiriti elevati si temeva nei sudditi quella grandezza di cui mancava il principe, quasi il grado reale ombreggiasse; e da ciò nacque che nelle lettere, nelle armi, nelle cose di Stato il Piemonte non ebbe per molti secoli alcun uomo piú che mediocre. Cosicché si può dire che s’imitassero i re dell’antica Etiopia, dei quali si racconta che, quando uno di essi avea gli stinchi ineguali, si azzoppavano tutti i cortigiani, parendo indegno che i sudditi camminassero piú diritto del principe5. Da ciò anche deriva quel vezzo che «il re d’ogni piccolissima cosa s’ingerisca», e frammettendosi negli affari privati voglia quasi governar le famiglie; paternitá eccessiva ed incomoda che accendeva la collera di Vittorio Alfieri6.
Io sperava, sette anni sono, che «la nuova linea dei monarchi, piena del brio e delle speranze dell’etá verde, fosse destinata a compier l’opera di quella da cui discende, rannodando i popoli
- ↑ Consulta Gesuita moderno, cap. i5.
- ↑ Opere, supplemento, p. 37.
- ↑ Botta, Storia d’ Italia continuata da quella del Guicciardini, 38. Consulta Recueil de pièces curieuses sur les matières les plus intèressantes, par Albert Radicati, comte de Passeran. Rotterdam, i736.
- ↑ Botta, op. cit., 35.
- ↑ Diod., 3.
- ↑ Vita, ii, i0.