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Abbiam veduto che uno degli errori piú gravi che sieno stati commessi nel periodo del Risorgimento fu quello di ridurre a solitudine civile il Piemonte coll’abbandono d’Italia; il che fu la rovina effettiva d’Italia e l’apparecchio di quella del Piemonte. I municipali, che ebbero tanta parte in questa cieca e sciagurata politica, ora cominciano ad avvertirne e temerne gli effetti; ma troppo tardi per medicarli, essendo la libertá subalpina minacciata dallo stato presente delle cose di Europa e la monarchia dall’avvenire. Tuttavolta, se il Piemonte si risolve a entrar francamente nell’aringo egemonico, il male ha ancora rimedio. Imperocché dalle cose dianzi discorse si deduce che, dove gli eventi generali piglino un corso moderato ed equabile, nasceranno ben tosto le occasioni di rimettere nella penisola le guarentigie costituzionali; e il re di Sardegna, che le mantenne con lealtá rara nei propri domini, potrá, cooperando a farle rivivere negli altri e pigliandole sotto la sua tutela, acquistare un nuovo grado di autoritá in Italia e un largo campo di simpatie e d’influenze. Quando poi la crisi universale temuta dagli uni e desiderata dagli altri si verifichi, egli è chiaro che il piemonte (*) d’ Italia non potrá salvarsi altrimenti che intrinsecandosi col suo cuore e le sue pendici. Se prima era mestieri che la provincia si appoggiasse alla nazione, quella dovrá in tal caso diventare essa nazione, sostituire all’unione la medesimezza e compiere col fatto l’italianitá subalpina cominciata in idea da Vittorio Alfieri ; altrimenti la monarchia verrá meno e il vivere libero ci correrá gravi rischi. Brevemente, il dilemma probabile dell’avvenire si riduce a questa elezione: se il Piemonte debba essere italico, o la casa di Savoia abbia da perdere il Piemonte e il principato. Ponderatelo e decidete.

( 1 ) La voce appellativa di «piemonte» (onde viene la propria), come sinonima di «falda o radice dei monti», quantunque non sia registrata nel vocabolario, è propria della buona lingua, secondo che si raccoglie dal passo seguente di Marcello Adriani : «Il poeta può nominare ’ piede ’ il piemonte del monte Ida» (Demetrio Falereo, Della locuzione, trad., 6). Il Segni ha «radice» nella versione di questo luogo.