Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/368

Europa; e quindi è il solo degno di riscuotere l’assenso dei giudiziosi.

Queste ragioni sono cosi ovvie che debbono cadere nell ’animo a ciascuno, e si stringenti da fare impressione anche nei piú infervorati del vivere popolare, purché non abbiano l’accorgimento e la coscienza dei puritani. Ma io stimerei di fare ingiuria al senno italico, se avessi questa setta per formidabile di numero e di potenza. Tuttavia è da temere che, solendo i faziosi sovrastare nei subiti moti, i puritani non s’impadroniscano in sulle prime del maneggio delle cose e lo tengano almeno quanto fia d’uopo a rovinarle una seconda volta. Questo pericolo accresce l’opportunitá dell’egemonia sarda, come quella che meglio di tutti può ripararvi. Nei movimenti politici quegli è sicuro di vincere che leva l’insegna accomodata ai tempi e piú idonea ad accendere l’entusiasmo dell’universale. L’unione e la nazionalitá italica sará il grido del Rinnovamento: chi primo scriverá nel suo vessillo l’idea generosa, invitando gl’italiani a colorirla, sará padrone del campo e arbitro dell’impresa. Laonde, se altre ragioni mancassero, questa sola dovria bastare a muovere la casa di Savoia, per cui il rinunziare all’ufficio egemonico sarebbe un darlo a’ suoi nemici. I puritani non mancherebbero di afferrarlo cupidamente a disonore del regno subalpino e con rovina del principato. Ma siccome l’insufficienza e la temeritá degli autori toglie ogni durata alle opere, il trionfo di costoro si trarrebbe dietro quello degli austrorussi ; e però tanto importa al Piemonte l’aggiudicarsi l’egemonia italiana quanto dee calergli che ella non passi ai mazziniani e poscia agl’ imperatori. L’egemonia è come un forte che non è in tua mano di ricusare; poiché, se il rifiuti, verrá prima occupato a tuo sterminio dai nemici interni che ti fan guerra, e quindi invaso e posseduto a tua infamia dall’oste forestiera.

Ma queste non sono le sole considerazioni che debbono invogliare il Piemonte a prendere il carico; perché, lasciando stare il debito morale che gli corre come parte d’Italia, la potenza e la gloria che gliene tornerebbero, egli non ha altro modo di provvedere al proprio ben essere e di assicurare le sue instituzioni.