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delle cose, ma è caso di eccezione e necessitá straordinaria. Vedete che da un mezzo secolo quasi tutta Europa ha scosso il giogo dispotico e tende allo Stato di popolo; e tuttavia ella sosta nella monarchia civile, che è come un valico dall’uno all’altro. La F rancia ci soprastette piú lustri, né vi ha esempio di nazione che sia balzata da questo a quell’estremo felicemente; giacché ai repubblicani degli Stati uniti, che altri potrebbe allegare in contrario, servi di apparecchio la libertá dei coloni. Il quale apparecchio mancando agli emigranti accasati nell’America meridionale, il vivere a repubblica è per loro una trista altalena fra l’imperio soldatesco e una licenza oziosa o torbida. Un fatto cosi universale non è fortuito, ma nasce da una legge di natura; e mentiscono coloro che stimano lo scettro civile piú acconcio a divezzare gli uomini dalla vita libera che ad educarveli. La repubblica francese, come giá abbiamo avvisato, fu primaticcia; tuttavia è fuor di dubbio che gli uomini d’oggi vi sono piú idonei che i loro avi, per essere disciplinati da un mezzo secolo di temperate franchigie. Ma pugniamo che gli abitanti di Parigi fossero cosi atti a vivere popolarmente come quelli di Ginevra o di Filadelfia: non se ne potrebbe giá inferire altrettanto delle altre nazioni, come quelle che non sono parallele e uniformi di alzata sociale. Nel modo che in ciascuna di esse corrono molte dissonanze naturali di sito, d’idioma, di legnaggio, di costumi, tanto che il livellarle per tal rispetto sarebbe assurdo; similmente per rispetto alle civili abitudini elle si disagguagliano, in guisa che l’Europa odierna è quasi il sunto e lo specchio di tutti i secoli precedenti. Le une hanno autonomia e unitá di Stato, le altre ne mancano: queste fioriscono di gentilezza moderna, quelle tengono ancora della rustica ignoranza del medio evo. Che divario immenso fra la Russia e la Francia! fra la penisola iberica e la Gran Bretagna! E benché il convergere scambievole dei popoli e l’unitá della vita europea mirino a uniformarle, grande nondimeno è l’intervallo che le dispaia. Da questa differenza di condizioni effettive nasce la legge di proporzione, che è geometrica o non aritmetica; la quale vuole che i progressi e gl’instituti sieno simili, non uguali, e che