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se non moriva in sul fiore, avrebbe unita tutta Italia sotto il suo dominio, e fatto, egli umile cittadino lucchese, ciò che a senno dei municipali saria troppo a casa Savoia. Forse anche Napoleone ebbe in animo d’accomunar la penisola; e il regno italico mirava a tal fine, se si fan buone le chiose postume del confinato agli atti dell’imperatore. Ma grave fu l’error suo a indugiare ciò che si dovea far subito, e gravissimo quello di offendere una nazionalitá che volea ristabilire; e ne pagò il fio nel quattordici e nel quindici, quando presidiato dall’unitá italica non saria caduto o poteva risorgere. Ché se a quei tempi l’ordinamento della penisola avea mestieri di un braccio forte che l’operasse, esso verrá un giorno prodotto e necessitato dal solo progresso degli spiriti nazionali, tanto che l’opera esterna, intaccando la nazionalitá, potrebbe essere piú dannosa che utile. Basterá assai che la Francia lasci fare e secondi, perché l’inclinazione dei popoli a racquistare l’autonomia loro è oramai cosi forte e irrepugnabile che, non tanto che abbisogni di grandi aiuti, ma nell’ora propizia non teme i contrasti. Questa necessitá dee piú che altro persuadere ai francesi di smettere le vecchie massime e abbracciare quella politica naturale che ubbidisce agli ordini immutabili delle cose, mettendo loro conto non solo di avere un’Italia amica e forte, ma di contrapporre al dispotismo dell’Europa orientale una lega di popoli liberi nell’Occidente. Conciossiaché nelle leghe la forza di ciascuno è un bene comune a tutti gli alleati, e la potenza italiana può meglio di ogni altro avvalorare la Francia contro gl’impeti nordici. Cotale scambievolezza di utili ha luogo del pari nelle ragioni industriose e commercevoli, pogniamo che momentaneamente dal fiorire in un luogo esse scapitino in un altro; ma ben tosto al diffalco succede il ristoro, stante la naturale attitudine degl’interessi a giovarsi scambievolmente. Il riporre la possa e opulenza di uno Stato nella povertá e fiacchezza di un altro è oggi cosi ragionevole come il proibire o inceppare la messa delle aliene per agevolare la tratta delle proprie merci; e poteva al piú meritar qualche scusa quando i monopoli e i privilegi correvano universalmente ed era in voga la smania ambiziosa delle usurpazioni e delle conquiste.