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aspirano a fondare un’opinione civile debbono essere riformatori. Le riforme sono adunque il naturale apparecchio della nuova epoca, come furono il principio della passata. Il Piemonte dee ritornare ai felici albori del Risorgimento, mettendo mano ai miglioramenti che risguardano i diritti dell’ingegno e delle classi misere e abilitandosi al futuro riscatto della penisola. Perciò a ristringere in poco gli obblighi di questa provincia, diremo che la monarchia sarda, stata finora impropizia all’ingegno, aristocratica e municipale, dee rendersi al possibile progressiva, democratica e nazionale. Questa è la sostanza e il fondamento dell’apparecchio egemonico e il solo filo di salute che fra le vicine o remote vicissitudini rimanga al principato.

La Siccardiana fu un ottimo principio di questo genere; tanto che per le speranze che destava e le promesse che conteneva si può dire che fosse un preludio lontano del Rinnovamento. Ella infatti risponde alle tre idee principi, sottraendo i giudizi all’incapacitá, al privilegio e ad una autoritá esterna; ond’ è una riforma progressiva, democratica e nazionale. Se non che, per la materia in cui versa, non è di gran rilievo se non come principio ed annunzio di provvisioni consimili e maggiori, quasi un passo che vieta di sostare o retrocedere e un impegno che obbliga a progredire. E in effetto, ponendovi mano, il governo avea promesse formalmente altre leggi consimili; ma, pentito del proprio ardire e spaventato dalle grida degli opponenti, non attenne la sua parola; onde quanto la nuova riforma fu a principio politicamente utile tanto oggi è divenuta nociva, mettendo vie meglio in luce la timiditá dei rettori e facendo altrui disperare della lena del principato. Dove si vede quanto gli Stati deboli s’ingannino eleggendo certe vie di mezzo, che hanno gl’inconvenienti dei partiti estremi senza alcuno dei loro vantaggi. Imperocché o il Piemonte volea procacciarsi la grazia di Roma o quella dei popoli. Nel primo caso non dovea toccare alcun abuso, nel secondo dovea abolirli tutti. Laddove, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, per voler compiacere a ciascuno non gradi a nessuno. Ché se credette di placar Roma