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libero e forte dell’arcivescovo di Colonia. Né intendo con questo di biasimare l’ultima di queste condiscendenze, ma dico che non onorano chi le fa, se non sono spontanee e se vengono suggerite da paura, non da ragione. Che Roma ecclesiastica ubbidisca ai principi cattolici può parere un mal tollerabile, ma che ella s’ infeudi agli eretici e scismatici è cosa inaudita e lacrimevole. E che valore, che credito hanno in tal caso i suoi oracoli? quando mai le bolle, le condanne, i decreti furono in minor conto che oggi anche presso gli ortodossi? chi di loro ebbe per iscomunicati i membri dell’assemblea romana? chi non crede incolpabili gli scritti del Rosmini e del Ventura ancorché censurati? chi nel Belgio e nel Piemonte si commosse ai biasimi e alle invettive della curia romana contro alcune leggi savissime e giustissime? Né da ciò si vuol inferire che i buoni cattolici non riveriscano il papa e non osservino le sue costituzioni. Ma sanno che ai nostri giorni egli somiglia agli antichi stincaiuoli di Firenze, i quali tanto potevano camminare a loro genio quanto era lunga la catena. Sanno che egli è schiavo non di un solo padrone ma di molti, e che spesso la sua parola non esprime i suoi sensi ma quelli di coloro che signoreggiano in sua vece. E facciamo che non ne sieno chiari: ne dubitano; e il solo dubbio è bastevole ad attenuare l’autoritá, togliendo via l’opinione dell’indipendenza. Il male è grave, ma donde nasce? Nasce dal temporale, i cui interessi costringono l’infelice pontefice a blandire i potenti e le fazioni.

Egli è pertanto assurdo il dire, come alcuni fanno, che i popoli cattolici non sieno disposti a riconoscere un papa che non sia principe. Anzi lo avranno tanto meglio in venerazione, quanto che non essendo sovrano sará piú libero, piú imparziale, piú esemplare ed evangelico nelle opere e nelle parole. E non è questa forse la condizion dei vescovi in universale? non fu quella dei santi padri e dei concili ecumenici? Strano sarebbe se Roma odierna stimasse poca quella libertá che le bastò per otto secoli e che oggi ancora è sufficiente all’episcopato cattolico. Ben si richiede che non sia suddita; al quale effetto non si ricerca che il papa serbi il dominio della cittá sacra e delle