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in decreti di buon governo, violando la franchezza delle coscienze e facendo uno strano miscuglio di leggi e di ascetica, di mistica e di suntuaria b). E non che ottenere l’effetto bramato, non riesce ad altro che a tormentare i cittadini e rendere loro odiose le prescrizioni ecclesiastiche.

Se la libertá e prosperitá mancano a Roma, come potranno fiorire e aver fermezza nell’altra Italia? quando tutte le nostre provincie sono strette insieme dalla legge di conformitá nazionale, s’impressionano e appuntellano a vicenda, e non può fare che vivano sotto ordini sostanzialmente diversi. Cosi nel modo che Pio nono, abbracciando la causa patria, indusse Toscana, Piemonte e sforzò Napoli a fare altrettanto; abbandonandola poscia e ritogliendosi le indulte franchigie, porse un esempio che fu seguito da Leopoldo e da Ferdinando. Solo il Piemonte stette in fede; ma se la lealtá del principe bastò a preservare i liberi instituti, essa non è valevole ad assicurarli finché non hanno nelle altre parti le debite corrispondenze. Cosi gli errori del papa pregiudicano alla nazione, il servaggio di Roma si trae dietro tosto o tardi quello di tutta Italia. E siccome il servaggio è uno stato violento che oggi non può durare, siccome ogni sovranitá che rompe i patti è distruttiva di se medesima, siccome gli abusi dispotici e tirannici sono in questi tempi meno dannosi alla libertá che al principato, recando a quella un detrimento passeggero, a questo perpetuo; cosi le esorbitanze della monarchia ecclesiastica preparano l’eccidio dell’italiana. Verrá forse il giorno in cui i nostri principi saranno sbalzati dal loro seggio; e dovranno saperne grado principalmente a Pio nono, che, incamminando col suo esempio la potestá regia per una via rovinosa, costringerá i popoli di far capo alla repubblica. Giá i fautori di questa se ne rallegrano e si tengono obbligati al pontefice di tanto bene. Se i tempi addurranno questa forma di Stato, ella sará buona o rea secondo ravviamento e gli effetti suoi; ma gli scompigli e le rivoluzioni che potranno precederla o seguirla

(1) Oggi rinnovatisi per questa parte i tempi ili Leone duodecimo.