Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 2, 1911 - BEIC 1832860.djvu/268

una corte ma laicale, e il pontefice, governando la Chiesa col mezzo de’ chierici, regga lo Stato col senno e colla mano dei secolari; cosicché il governo pontificale non sia piú un monopolio pretesco. Abbiasi la Chiesa il suo dominio in Italia, ma unito cogli altri Stati mediante una lega ferma che protegga il giure comune. Statuto, Iaicalitá, confederazione sono tre riforme insieme concatenate e bastevoli ad amicare lo scettro colla tiara ecclesiastica; la quale, divenuta nazionale e civile, comporrá l’antico scisma, ricompiendo il concetto guelfo col ghibellino. Altrimenti, tosto o tardi perderá il temporale, e per l’odio acquistato sará forse costretta di lasciar la sua sede e uscire d’Italia.

Certo questi consigli e presagi erano leali e opportuni, poiché i fatti successivi ne chiarirono la prudenza e ne prepararono l’adempimento. Ma essi vennero variamente accolti secondo i tempi. Nella parte retrograda accesero sdegni furiosi, né piacquero da principio a quella dei liberali. La prima svisò il mio concetto per calunniarlo, ma in modo diverso, secondo l’abito e la professione dei calunniatori. I politici gridarono «utopia», dicendo che, mentre si dava l’ultimo crollo al potere infermo del pontefice, si volea «rinnovare il medio evo e creare una spezie di califfato cristiano» (0. I gesuiteschi sciamarono al sacrilegio, quasi che io intendessi «di far del papa e del cattolicismo uno strumento di dominazione italiana sul resto del mondo» ( 1 2 h I liberali poi (non dico tutti ma molti), dando solo orecchio alle preoccupazioni concette e al loro odio inveterato contro Roma, non videro che il deviare dalla scuola italiana, ancorché non sortisse l’intento immediato, era un necessario preludio per poter colorire i disegni di essa nell’avvenire. I principi maravigliosi del nuovo pontefice mutarono affatto l’opinione: l’accordo del papato e d’Italia parve sicuro e perpetuo; e io fui levato alle stelle, salutato come iniziatore dell’opera, precursore di Pio nono. Venute meno queste grandi speranze, si tornò alle

(1) La papaulè et la question ramarne , par un diplomate russe (Revue des deux tnondes, Paris, i ,r janvier 1850, pp. 128, 129).

(2) Dlpani.oup, De la souveraineté lemporelle du pape, Paris, 1849, p. 61.