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mano alle medicine piú forti e ardite del Rinnovamento. Se un papa sorgeva che incominciasse l’opera, il gran passo era fatto; e dov’egli o i suoi successori in appresso dietreggiassero, l’Italia sarebbe scusata di mutar tenore, procedendo verso Roma politica come io feci verso i gesuiti, che combattei come nemici incapaci di ammenda dopo che ebbi tentato invano di ridurli alla buona via.

Queste considerazioni suggerite dalla previdenza del probabile non escludevano per altro la possibilitá dell’assunto, e quindi rimovevano dalla proposta ogni insincero ed ignobile artifizio (0. Imperocché il comporre acconciamente gli ordini temporali del papato collo spirituale era cosa malagevole, non impossibile; e stava in balia di Roma il modo di render l’opera piana e durevole. E infatti dov’è la ripugnanza? Non certo nel temporale per se stesso e né anco nel suo accoppiamento collo spirituale, a cui ripugna bensí un dominio imperioso e sfrenato, troppo alieno dalla caritá e giustizia evangelica e dal carattere mansueto e umile del sacerdozio; ripugna la confusione dei civili uffici coi religiosi; e non mica una potestá mitigata dalle leggi e commessa pel suo esercizio al ceto laicale. Di grave danno certamente alla religione e alla patria è un dominio ecclesiastico, che porti invidia alla potenza e al fiore degli altri Stati nazionali, che sia fra loro un fomite incessante di sconcordia, che faccia all’amore coi barbari e li chiami a disertare l’Italia, e si attraversi insomma con ogni suo potere alla libertá, all’unione, all’autonomia della penisola. Ma se in vece la signoria papale divenisse il nervo della nazionalitá italica, l’antimuro spirituale dell’indipendenza, il capo dell’unione; se la parola romana secondasse le armi piemontesi ; egli è chiaro che la patria e la fede ne avrebbero pari vantaggio. Sia dunque il papa principe ma civile, e uno Stato liberale ponga argine ai soprusi del principato. Sia Roma

(1) Che le mie parole fossero sincere si raccoglie dai falli che vennero appresso. Non vi ha uomo in Piemonte che siasi adoperalo come io feci a difendere il regno civile del pontefice e preservarlo dalle sètte che lo distrussero e dagli scandali che lo avvilirono, sino a non far caso della mia riputazione presso una parte dei liberali. Veggasi la Storia del Farini.