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del caso mi abilita a esser breve senza scapito della chiarezza. Laddove il moto successivo può verificarsi in tante guise, e cosi diverse e intralciate, che il riandarle partitamente vorrebbe un discorso infinito, oltre agl’inconvenienti in cui cade chi vuol entrar nei particolari procedendo per conghiettura. Né il saputo ed esperto lettore avrá difficoltá a modificare le mie sentenze generiche quanto si ricerca per accomodarle a un andamento diverso, e non mi apporrá a colpa se io non gli tolgo questa fatica; ché chi scrive di tali materie non può mai dire ogni cosa ed è costretto di lasciarne molte alla discrezione de’ suoi benevoli.

L’universalitá e l’ uniformitá sostanziale del Rinnovamento europeo ci porgono il filo idoneo a districare fra le incertezze e le tenebre del futuro le leggi e le condizioni probabili del Rinnovamento italico e le sue differenze dal Risorgimento. Dalle cose dette risulta che la spontaneitá del principio, l’italianitá del concetto, la gradazione del progresso e la concordia nell’esecuzione non potranno quadrare al nuovo periodo cosi perfettamente come all’antico; conciossiaché, se questo fu affatto nostrale e si aggirò, per modo di dire, in un’orbita schiettamente italiana, quello avrá un campo piú largo ma meno proprio, movendosi nella sfera europea. L’uno ebbe inizio da se stesso, circoscrisse il suo cammino, si governò colle memorie patrie, procedette a passi misurati e fu arbitro della lentezza o celeritá dell’aringo; e se perdette poi tali privilegi, ciò fu errore e non necessitá. L’altro sará meno spontaneo, perché dovrá pel principio e per l’indirizzo dipendere in gran parte dai casi esterni; meno italiano, perché stretto di venire piú o meno a patti colle dottrine straniere; meno graduato, potendogli incogliere di dovere studiar il passo per corrispondere a quello degli altri Stati e ubbidire alle circostanze; meno concorde, perché, come vedemmo, non è piú sperabile il consenso dei popoli coi vari principi e delle sètte fra loro. Il che da un lato ci potrá increscere, ma sará gran senno il fare in modo che il fato ineluttabile sia virtú c saviezza. Io credo di non cederla a nessuno nel far professione d’italianitá, e parecchi mi appuntarono di eccesso su questa data. Ma io son pure alienissimo dal pascermi d’illusioni, dal