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libro secondo - capitolo primo 181


da esso deriva la stabilitá del mondo. Ché se la natura senza ragione non è savia, la ragione senza natura non è positiva: le idee senza i fatti svaniscono come vani fantasmi e vuote astrattezze. La dottrina di Zenone è però necessaria a compiere quella di Platone, e il sensismo giudizioso a integrare l’idealismo mediante quel dialettico componimento che nelle scuole filosofiche «realismo» si appella. Il realismo civile consiste nell’edificare sulla ragione e sulla natura e quindi anco sulla buona consuetudine, che è come un’aggiunta e uno strascico di quella; onde essa vien detta «la seconda natura» degl’individui e delle nazioni. La cattiva consuetudine, che è natura falsa, risponde al vecchio e al vizioso delle instituzioni, come la buona al naturale legittimo, all’antico, al primitivo.

Le passate rivoluzioni ebbero tutte questo carattere di tentare il ripristinamento degli ordini naturali, e tutte fecero in effetto qualche passo verso di esso. Tal fu in particolare l’intento degli ultimi moti d’Italia e di Francia, l’uno dei quali mirò principalmente al riscatto nazionale e l’altro al plebeio. Il primo di tali conati venne guasto dal secondo, e questo fu interrotto perché, dei due motori delle rivoluzioni, il principale mancò. I quali motori sono, come vedremo in appresso, la plebe (cioè l’istinto collettivo) e l’ingegno (cioè l’indirizzo individuale), senza il cui concorso la folla può inn distruggere ma non creare. La Francia non produsse nell’ultimo periodo alcun uomo di Stato veramente grande; laonde il moto popolare che fece la rivoluzion di febbraio, mancando di guida e non uscendo dei termini della facoltá istintuale, diede luogo al regresso seguente. L’Italia parve un istante piú fortunata ricuperando Pellegrino Rossi; ma i municipali piemontesi lo contrastarono e i faziosi l’uccisero, stimando forse l’ingegno nocivo o che ai di nostri abbondi soverchiamente. Il male adunque in amendue i casi nacque da ciò: che i tentativi, fatti quasi nello stesso tempo da noi e dai nostri vicini, abbracciarono due soli elementi della civiltá moderna, vale a dire la nazionalitá e la plebe, e pretermisero il terzo, cioè il pensiero, il quale è il capo piú importante, essendo il principio dei due altri, giacché ogni buon assetto negli Stati e