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di questo periodo fu il mantener la sostanza dei vecchi ordini, pur mirando a correggerli, riformarli, perfezionarli e infondere in essi novelli spiriti coll’unione e la libertá. Il che era cosi essenziale al Risorgimento che, quando si volle andar piú avanti e innovare sui punti capitali, non che riuscirvi si tornò indietro e venne meno quel poco che si era acquistato. All’incontro il movimento futuro, che ci è dato di antivedere e che siamo in debito di preparare, sará un Rinnovamento, perché i popoli italici, giá fin d’ora usciti dall’antico sonno, dovranno mutare piú o meno i modi e i termini del loro stato civile, conforme alle nuove condizioni della vita europea. Se il disegno primiero fosse stato colorito, le vicende di cui discorro seguirebbero né piú né meno coll’andar degli anni, e il Risorgimento diverrebbe Rinnovamento. Se non che la mutazione avria luogo bel bello, per gradi, e sarebbe appena sensibile, conciossiaché gli uomini non sogliono accorgersi del nuovo quando esso consiste nel lento e continuo transustanziarsi dell’antico. Dove che, fallito il Risorgimento e ripristinate le italiane miserie con qualche aggiunta, il rivolgersi delle nostre sorti, giunta l’ora, sará piú rapido e repentino che non sarebbe nell’altro caso, né la novitá verrá forse palliata dallo sdrucciolo della transizione e dal tempo. Per la qual cosa, se il Risorgimento continuato sarebbe stata una trasformazione, cioè uno svolgersi scalato ed equabile, il Rinnovamento avrá piuttosto aspetto e qualitá di rivoluzione.

Io reputo di gran rilievo il distinguere le due epoche e cernere esattamente le ragioni del passato da quelle dell’avvenire. Imperocché dalle idee confuse che si hanno a questo proposito nascono, se mal non mi appongo, il languore, la disfiducia, l’irresoluzione, i dubbi, la sterilitá di concetti e di partiti che campeggiano nella politica speculativa di una buona parte dei liberali italiani, e la fiducia soverchia, la pratica incerta, l’inerzia e la poca antiveggenza di coloro che reggono il Piemonte. Dal che è facile il conghietturare che, quando i tempi muteranno, le sètte, guastatrici del moto preterito, saranno d’inciampo altresi al futuro. I municipali, che per indole e per costume stanno sempre di qua dal segno, si adopreranno per fare del Rinnovamento un