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8 del rinnovamento civile d'italia


repubblica, poteva colla sua egemonia tenere in sesto il rimanente della penisola. La quale egemonia dovea esercitarsi non solo col dar subito opera alla lega federativa, ma colle pratiche, colle influenze, coll’autoritá morale di un governo vigilante ed energico e, nel caso di necessitá estrema, colla forza e colle armi.

Né solo erano da temere gli eccessi dei puritani e l’inesperienza dei democratici, ma eziandio la mollezza dei conservatori, l’egoismo dei municipali e l’astuzia vendicativa dei retrogradi. Questi nuovi rischi giá trapelavano verso il mezzo del quarantotto, quando i falli dei popoli cominciarono a mutar la faccia delle cose e a restituir la forza ai governi che l’aveano perduta. Laonde se poco innanzi il pericolo principale versava negli eccessi demagogici e in un progresso rovinoso, si ebbe poscia a paventare il regresso e un pronto ritorno al dispotismo antico. Ché se il regresso non può durare a lungo né il trionfo finale della democrazia venir meno, questo poteva essere soprattenuto e quello bastare quanto era d’uopo a rimettere l’Italia nelle miserie di prima. Era dunque ovvio il prevedere due cose: l’una, che l’opera dei puritani per sostituir la repubblica al regno non solo sarebbe stata vana ma avrebbe annullato ogni ordine libero; l’altra, che le rappresaglie dei municipali e dei retrivi, in vece d’inceppare e sbandire durevolmente la libertá democratica, metterebbero a pericolo la monarchia e in fine la darebbero vinta agli ordini popolari. Il primo di questi presagi è giá avverato in tre quarti d’ Italia. Del secondo si ebbe un saggio nei principi del quarantanove; e l’adempimento avrá luogo in un tempo vicino o lontano, secondo che volgeranno i casi universali di Europa. Ragion voleva pertanto che i conservatori e i democratici si confederassero insieme piú che mai strettamente, attemperandosi e riunendosi nell’idea nazionale, per ovviare ai mali soprastanti e rimoti. Per tal forma si assicuravano la libertá e la democrazia contro i loro nemici, e si provvedeva allo scampo del principato fra le presenti e le future procelle.

Insisto su queste considerazioni, perché esse contengono la chiave della politica da me seguita costantemente, allorché dalla