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102 del rinnovamento civile d'italia


cattolici ma stata sempre libera da ogni giogo barbarico, non venne mai disciplinata dai gesuiti»1; vera e non piccola lode. Ma giova il vedere come gli scrittori italiani del secolo sedicesimo ne parlassero, affinché si conosca che anco le nazioni piú illustri incorrono in gravi biasimi quando diventano usurpatrici. Né anche allora la colpa era della nazione, ma di quelli che la guidavano; genia perversa, corrotta, rapace, la quale non fu ad alcuno piú grave che alla Spagna medesima. Per simile la spedizione recente non fu pensiero del popolo ma di una corte corrotta, che volle coll’atto pinzochero coonestare le sue turpezze. Laonde oggi come in antico fu solo generosa in parole, verificando eziandio in questo la sentenza del Guicciardini: «non potersi aspettare di Spagna altri aiuti che larghissime promesse e fama grandissima di apparati, ma effetti piccolissimi e tardissimi»2.

Il partito preso dal cardinale Antonelli fu inescusabile, perché iniquo ed atroce. Iniquo, perché viola il diritto comune delle nazioni, non potendosi gli esterni ingerire d’Italia piú che Italia degli esterni. Né si giustifica dicendo col ministro Pidal che l’intervento ebbe per unica mira l’autoritá spirituale, il cui patrocinio appartiene a tutu i cattolici, verso la quale il poter civile è un semplice accessorio3. Il che è troppo assurdo, essendo le due giurisdizioni essenzialmente distinte e avendo cosi la natura come l’origine differente. L’origine della sovranitá



  1. Le national, Paris, 2 juillet i85i.
  2. Stor., i, 2.
  3. «Pero se dice: — El pontefice es un soberano temporal; — pero tened entendido que el principe, el rey no es el papa, sino al contrario, el papa es el rey. Es decir que el poder temporal es lo accesorio, y la prueba de elio es que lo que se elige es el papa, no el rey. De conseguiete cuando traeis la consideracion de principe temporal, esa no influye nada, porque lo que se nombra siempre es el papa: el principe es una cosa accesoria. Pero accesorio ò no ¿quièn lo elige? ¿lo elige à caso ese pueblo romano que pretende sobreponerse à todos los del mundo por la posicion en que se encuentra? ¿lo eligen à caso los ciudadanos de Roma? No, señores, no. Ese principe temporal, puesto que así lo queremos nombrar, es elegido por los cardenales de la Iglesia catòlica: à los subditos de la reina de España pertenece el elegirlo y tiene el derecho de concurrir à dársele à Roma» (Gaceta de Madrid, 20 de mayo i849).