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libro primo - capitolo undecimo 363


dei puritani, gli amatori di repubblica erano pochissimi1; onde il Montanelli, benché alieno dai primi, fu costretto a valersene nella sua amministrazione con grave pregiudizio del credito di essa, che vestí in tal modo un’apparenza contraria alla sua indole. Per la qual cosa molti stimarono il ministro toscano complice del Mazzini, come altri avea attribuiti al suo predecessore i torti del Pinelli. Io in quel mezzo, rifatto ministro, era disposto ad accettare la Dieta sotto condizione che alla lega si limitasse; e obbiettandosi che i rettori fiorentini erano obbligati dal loro programma al mandato libero e indefinito (a cui Leopoldo e il parlamento unanime assentirono), risposi che l’assemblea federativa e comune non escludeva l’altra a cui il ministero di Firenze avea impegnata la sua parola2. Al partito di una Dieta, universale di concorso ma ristretta di commissione, che non impedisse la Costituente promessa, niente dal lato dei toscani si attraversava, se i nuovi fatti di Roma e il prevalervi della parte repubblicana non ci avessero posto un ostacolo insuperabile. Ricorsi allora al disegno di una confederazione particolare fra il Piemonte e la Toscana (di cui abbozzai e spedii i capitoli), la quale col tempo poteva rendersi universale.3. Ma anche questo ripiego diventò impraticabile per gl’impegni giá corsi tra Roma e Firenze; dal che si vede (conforme all’avvertenza giá fatta; che l’uno o l’altro degli spedienti sovrascritti sarebbe riuscito se i miei precessori fossero stati piú atti a esercitare

  1. Questo fatto risulta dai documenti del tempo, e in particolare da quelli che raccolse il signor Cattaneo; cosicché le chiose non molto urbane degli archivi sono smentite continuamente dal testo.
  2. «Il ministero toscano ci opponeva che la Costituente a cui si era obbligato differiva sostanzialmente dalla nostra, e che non poteva mutarla senza ripugnare al proprio programma. Ma ci fu agevole il rispondere: potere i toscani unirsi a noi per la Costituente federativa, essere in loro arbitrio di dar quindi opera a un’altra assemblea loro propria, parer ragionevole che le Diete di tal sorta indirizzate a modificare gli ordini interni siano particolari; solo il consesso federativo dover essere comune ed universale, tanto piú che anche i subalpini hanno assunto l’obbligo di convocare, finita la guerra, una Costituente loro propria per definire lo statuto monarchico costituzionale che dee reggere il regno dell’alta Italia» (Operette politiche, t. ii, pp. 326, 327). Vedi anche i Documenti e schiarimenti, x.
  3. Documenti e schiarimenti, xi e xii