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spiaciuto l’atto animoso, tanto le mancava ragione plausibile di dolersene: le conveniva anzi mostrarsene paga e per le sue attinenze col granduca e per la qualitá, il fine, gli effetti della spedizione. Né era da temere che i livornesi contrastassero a noi come poi fecero all’Austria, poiché i piú di quelli che si opposero gagliardamente allo straniero apportatore di servaggio, non avrebbero fatto mal viso a una bandiera fraterna mallevadrice di libertá1. E ad espugnare i pochi indocili bastava la parte piú numerosa, a cui avrebbe infuso vigore e spiriti il solo accostarsi dei nostri militi, i quali venivano a vincere quasi senza cavare il ferro dalla vagina. L’impresa era pertanto cosí facile come sicura, e altro non richiedeva che pronta risoluzione e celere esecuzione.

Ma ciò che piú rileva si è che la pacificazione di Livorno compieva il soccorso francese e questo quella aiutava. I due partiti si avvaloravano e si perfezionavano a vicenda; e se ciascuno di essi pigliato alla spartita avea qualche apparenza di difficoltá e di pericolo, ella si dileguava mediante il loro accoppiamento. Poteva spiacere ad alcuni il mettersi i francesi in casa mentre giá avevamo i tedeschi, quasi che fossimo ridotti all’ultimo grado d’impotenza e di nullitá. Ché se questa ragione non iscusa i ministri, che poco appresso condiscesero a una vergogna maggiore consegnando al nemico la prima fortezza del regno, si capisce ch’ella avesse forza negli uomini teneri del patrio onore. Ma ecco che, mostrandoci solleciti eziandio dell’altra Italia e operando in Livorno il ristauro costituzionale, venivamo a dar prova di non essere infingarditi e prostrati dalla sventura; ed era naturale che mentre una parte dei nostri soldati accorreva a chiudere la Toscana ai tedeschi accampati sulla Sesia, un popolo amico ne guardasse il cuor del Piemonte. Similmente il provvedere ai fatti d’altri mentre avevamo l’Austriaco a proda potea sembrare imprudenza; e benché per le sue condizioni e le gelosie esterne un’irruzione fosse poco

  1. Queste asserzioni non sono gratuite. Che tal fosse la disposizione dei livornesi in quei giorni, risulta dai fatti raccontati nei fogli pubblici.