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276 del rinnovamento civile d'italia


le parole profferite da Pio nono ai 29 di aprile e nel primo di maggio, dopo l’uscita di Terenzio Mamiani e de’ suoi colleghi dalla pubblica amministrazione, dopo insomma tutti gli andamenti del pontefice da piú mesi, l’Italia e l’Europa sapevano che questi non avrebbe mai preso parte immediata alla guerra, e che il solo modo di adoperare a pro di essa le forze romane era quello di dare il loro disponimento a una Dieta federativa. Oltre che, il dire a uno Stato: — Datemi danari, armi e uomini — senza specificarne l’uso con precisione, e l’imporgli i carichi di una lega senza che sia prima fermata e possa recargli qualche frutto, è un procedere cosí alieno da ogni pratica e consuetudine politica, che il papa dovette riderne, non che il suo ministro. Nel secondo caso egli è chiaro che si voleva rendere la lega impossibile, ma farlo in guisa che la disdetta paresse venir da Roma e questa ne avesse l’odio e ne fosse mallevadrice; onde si ricorse al noto e grossolano artificio di chieder troppo per non ottener nulla.

Il ripiego curiale non poteva ingannare i periti e meno di tutti l’accortissimo ministro di Roma. Il quale proseguiva dicendo: «O il Piemonte vuol far da sé anche in diplomazia, e la lega, se può stipularsi subito in massima, non può ordinarsi per patti ed obblighi speciali e positivi che quando il mistero dei negoziati sará svelato e la pace conchiusa e sciolte le trattative; o il Piemonte intende negoziare qual collegato, e si affretti di aderire alla lega e di spedire a Roma i suoi plenipotenziari. Del che non sembra a dir vero gran fatto desideroso. Li manderá, si dice, ‘tosto che sia possibile’. Confessiamo umilmente la pochezza del nostro ingegno: non ci è dato d’intendere ‘tosto che sia possibile’. Ma che può mai impedire sei, otto, dieci persone (ne scelga cadauno Stato quante vuole e come vuole) d’imbarcarsi a Genova e di sbarcare a Civitavecchia? chi può impedirle di recarsi a Roma e qui deliberare sulle cose italiane? La Dio mercé, Roma può assicurare la vita, le sostanze, la libertá de’ suoi ospiti. Quel ‘tosto che sia possibile’ è per noi un enigma, un indovinello, né vogliamo cercarne la chiave. Per noi il congresso italiano in Roma è, non diciamo cosa