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civile. Ma per compenso il loro animo è piú accessibile all’efficacia delle idee, di cui l’altra parte è nimicissima: libertá, unione, indipendenza, progresso, gloria non sono per loro parole vuote di senso, pogniamo che le guastino coll’egoismo o colla esagerazione e scompagnandole dai particolari le spoglino di concretezza. I municipali han prudenza e moderazione ma pusillanime, i puritani hanno ardire ma temerario ed arrisicato. Gli uni incorrono nei difetti della prosa, gli altri non evitano gli eccessi della poesia. I primi sogliono essere piú egoisti che fanatici, i secondi piú fanatici ancora che egoisti. I puritani poi vincono in questo i municipali: che, guardando all’avvenire, alcuni dei loro voti possono effettuarsi col tempo, benché non si affacciano per ordinario alla stagione che corre; laddove gli altri, mirando piú al passato, non riescono eziandio nel futuro e hanno da questo canto la stessa sorte dei retrogradi.

A quella guisa che nelle sètte sofistiche il male sovrasta al bene, nelle dialettiche accade il contrario. Se non che il bene non ci è perfetto ma difettivo, e da ciò nasce il loro scisma; conciossiaché se i conservatori e i democratici fossero tali compitamente, non farebbero due parti ma insieme si accorderebbero, quando la divisione e il contrasto argomentano la negazione. Qual cosa infatti è piú acconcia a conservare le instituzioni, e in ispecie il principato, che l’abbracciar gl’ingegni, difendere le nazioni, render paga e felice la plebe, che per essere il ceto piú rozzo è altresí lo strumento piú atto ai tumulti e alle rivoluzioni? E a chi meglio si aspetta che ai democratici l’evitar quelle mutazioni rischiose e quei progressi sconsiderati, che in vece di giovare al popolo lo rimettono infallibilmente in mano de’ suoi nemici? I due concetti, avendo seco una parentela cosí intrinseca che non si dá progresso senza conservazione né conservazione senza progresso, non potrebbero entrare insieme a conflitto se non venissero travisati. Il che non procede da altra causa se non dal loro connubio coi puritani e coi municipali; onde la dialettica degli uni è viziata dalla sofistica degli altri. Cosí per cagion di esempio, il conservatore, in quanto trascura o rigetta il fatto della nazionalitá e priva la monarchia del credito