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libro primo - capitolo sesto 135


è però un mezzo di preservazione efficace e dovrebbe almeno per tal riguardo essere a petto dei conservatori. Chiede altri riforme immoderate? E tu mostrati premuroso della dignitá patria. Si duole di non essere in casa libero a bastanza? Rendilo glorioso di fuori. L’obblio di questa massima precipitò i Borboni nel quindici e nel trenta; e Filippo non avrebbe sepolta la monarchia colla sua corona, se ai vizi del governo interiore non si fosse aggiunto l’avvilimento della Francia.

Da queste avvertenze si deduce il seguente principio, ch’io stimo essere la base precipua della vera ragion di Stato nelle cose che si attengono alla politica generale. La leva civile di ogni popolo diviso vuolsi appoggiare alla nazione di cui fa parte, e quella di ogni nazione particolare dee appuntarsi all’Europa. Dai tempi guerrieri e coloniali del mondo antichissimo sino ai nostri le storie di tutti i paesi il comprovano, non trovandosi uomo, popolo, Stato alcuno che abbia fatto cose notabili e conseguito gloria di maestria civile senza valersi di questa leva. Imperocché, universalmente parlando, siccome l’essenza degli esseri finiti versa nelle relazioni, l’elaterio di ogni forza è estrinseco senza lasciar di essere interiore: la nazione è nella schiatta e il popolo nella nazione nel modo che la specie è nel genere e l’individuo nella specie; tanto che il didentro e il difuori si convertono e compenetrano a vicenda. Se non che l’esterno, essendo il tutto, prevale all’interno, che è solo una parte, d’importanza e di efficacia; e a questo ragguaglio si può dir degli Stati ciò che Tacito scrive dei sarmati: «essere il lor potere fuor di loro»1. Onde nasce un effetto mirabile: che il piccolo può padroneggiare moralmente il grande appropriandosi in certo modo la sua grandezza, e una cittá o una piccola provincia avere la signoria del mondo. Anzi che cercare esempi nei secoli passati ed antichi troppo diversi dai nostri, io voglio allegarne uno vivo e presente, cioè quello dell’Inghilterra. La quale è un popolo di trenta milioni di anime, campato sopra un’isola di tenuta mediocre, sterile e boreale;

  1. Hist., i, 79.