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quasi una sola famiglia. Gli esempi stranieri sono eziandio di profitto, come sprone di nobil gara e norma comparativa. Imperocché nel modo che il paragone d’Italia seco stessa, cioè della moderna coll’antica, giova ad accenderci di rossor salutare, cosí il confronto dello stato nostro con quello dei popoli piú fiorenti dee accrescere la vergogna e risvegliarci dall’antico sonno. Ma l’uniformitá civile non vuol pregiudicare alle varietá naturali e spontanee, né l’imitazion liberale dee tralignare in servile; siccome il prevalersi onestamente degli altrui civanzi giova ad arricchire, dove si abbia del proprio e le tratte esterne accrescano ma non sieno il capitale. Si faccia conto che il negozio corra intorno ai pensieri e agl’instituti di un popolo come circa le sue armi. Le schiere ausiliari onorano ed afforzano chi le adopera, s’egli è padrone di un giusto esercito; onde Alessandro, Annibale e i romani non le sdegnarono. Ma se tu non hai soldati propri e ti fidi solo negli estrani o fai di loro il nerbo della battaglia, non acquisti potenza ma servitú. Similmente i concetti e le invenzioni aliene ti frutteranno, se s’innestano alle tue e se l’innesto è ben fatto; il che suppone che tu possa eleggere, polire e maneggiare a tuo talento le altrui rimesse. Ma come potrai scegliere e limare, se non hai vena d’ingegno né stilla di buon giudizio? o come credi di aver queste parti, se non possiedi una dottrina che sia veramente tua e ti serva di saggiuolo, di regola, di scorta, di paragone? Ogni procedere eclettico è vano, superficiale, fallace, se non è precorso e governato da una scienza originale. Egli si può dire di un popolo quel medesimo che il Machiavelli afferma del principe, il quale «non può essere consigliato bene se non è savio per se stesso»1, cioè se non ha sapere e discernimento da pesare e da cernere gli altrui consigli. Altrimenti si piglia a caso: si scambia il vero col falso, l’opportuno coll’intempestivo, il buono col cattivo e col pessimo, né si riesce a rinsanguinare dell’appreso e incorporarselo.

  1. Princ., 23.