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dell'impero romano cap. lxvii. |
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guisa: „Dopo che ho perduti mia madre e Cantacuzeno, i quali soli mi consigliavano senza interesse o fini di passioni individuali1, mi vedo attorniato d’uomini ai quali non posso concedere nè amicizia, nè confidenza, nè stima. Voi conoscete Luca Notaras, il grand’Ammiraglio; idolatra ostinato delle proprie idee, millanta per ogni dove ch’ei regola a piacer suo i miei pensieri e le mie azioni. Il rimanente de’ cortigiani è guidato da spirito di parte, o da mire di personale vantaggio: sarò io dunque costretto, sopra cose di politica, o di nozze a non consultare che frati? Avrò d’uopo ancora per lungo tempo del vostro zelo e della vostra solerzia. In primavera, andrete a trovare uno de’ miei fratelli per indurlo a sollecitare in persona i soccorsi delle Potenze dell’Occidente. Dalla Morea vi trasferirete a Cipro per eseguire una commissione segreta, e di lì nella Georgia, d’onde mi condurrete la sposa„. — „I vostri comandi, o Sire, rispose Franza, non ammettono repliche; ma degnatevi pensare, gravemente sorridendo soggiunse, che se mi allontano sì spesso dalla mia famiglia, potrebbe venire a mia moglie la tentazione di cercarsi un altro marito, ovvero di farsi monaca„. Dopo essersi alquanto scherzato su questi timori, l’Imperatore, assumendo un tuono più serio, assicurò il suo favorito, che lo allontanava per l’ultima volta, e che
- ↑ Cantacuzeno (ignoro se fosse parente dell’Imperatore di questo nome) era Gran Domestico, zelante difensore del simbolo greco, e fratello della regina di Servia, presso la quale fu inviato col carattere d’ambasciadore (Siropulo, p. 37, 38-45).