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secolo decimo, e ce lo prova il prelodato Arcivescovo: Tandem eo deventum est ut tantis nominibus veterum pontificum cesserint una cum reliquis episcopis etiam gallicanae ecclesiae rectores, qui in Concilio Remensi ab Ugone et Roberto, regibus Francorum coacto anno nongentesimo nonagesimo secundo, Anaclecti, Julii, Damasi, et aliorum Pontificum epistolae expenderunt in causa Arnulphi, ac si in canonum censum receptae essent, Ibidem, l. 3, c. 7.

La nuova giurisprudenza ecclesiastica, cui allude l’Autore, ossia il nuovo diritto canonico, succeduto all’antico de’ primi cinque secoli circa (raccolto nella Collezione di Dionisio il Piccolo) onde antiquo juri novum successit, ci dice dottamente anche il De Marca, formossi delle suddette Decretali d’Isidoro, inserite nella sua Collezione generale dal Monaco Graziano, intorno l’anno 1150, la quale divenne testo in tutte le scuole, seminarj, ed università; degli scritti di Gregorio VII, delle Decretali d’Alessandro III, d’Innocenzo III, d’Onorio III, di Gregorio IX, di Bonifacio VIII, delle costituzioni dette Clementine, di Clemente V etcc., ed ecco formato il nuovo Corpus juris canonici.

Vi fu anche un’altra cagione che contribuì naturalmente a cominciare a stabilire le appellazioni a Roma. Siccome i Papi, come Capi in particolar modo della Chiesa occidentale, avevano corrispondenza co’ Concilj (generali, inviandovi anche i loro delegati) che nel quarto e quinto secolo, e dopo adunaronsi nelle province orientali, cioè a Costantinopoli e nel Asia Minore, così ne sapevano tutte le decisioni sì dogmatiche, che disciplinari, e tutti i canoni; perciò i lontani e i rozzi vescovi occidentali domandavano consiglio ed opinione nella fine del quarto secolo, e nel quinto, e dopo a’ Papi, siccome rilevasi anche da alcune lettere d’Innocenzo I, colle quali risponde alle domande. Dall’uso delle consultazioni si passò a poco a poco, durante e dopo lunghi contrasti, ad ammettere ne’ Concilj nazionali, o provinciali (vedi gli atti dei Concilj della Chiesa affricana fino a’ tempi di S. Agostino, e del metropolitano Aurelio) i delegati de’ Papi, a conoscere e a terminare le cause. Ne venne dalle dette maggiori notizie de’ Papi un concorso d’appellanti, che volevano liberarsi dalle sen-