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dell'impero romano cap. lxvii. 27

in somma gli avanzi di Crociata che alla seconda spedizione si accinsero, si riducevano all’insufficiente numero di ventimila uomini. Un Capo de’ Valacchi che raggiunse co’ suoi vassalli l’esercito reale, non mancò d’avvertire, che da altrettanto numero d’uomini si facea accompagnare il Sultano sol per andare alla caccia; e presentando Ladislao di due corridori straordinariamente veloci, additò qual esito augurasse di tale impresa; nondimeno questo despota di Servia, dopo avere ricuperato il regno e riavuti i suoi figli, fu sedotto dalla promessa di nuovi possedimenti. L’inesperienza di Ladislao, l’entusiasmo del Legato e persino la persecuzione del valoroso Uniade, persuasero facilmente all’esercito che tutti gli ostacoli doveano cedere alla possanza invincibile della Croce e della spada. Attraversato il Danubio, si trovarono fra due strade diverse che poteano parimente condurli a Costantinopoli e all’Ellesponto. L’una retta, ma ardua e scoscesa, e per mezzo alle gole del monte Emo; l’altra più tortuosa, ma altrettanto più sicura che conducea per mezzo a pianure, e lungo le coste del Mar Nero, e tenendo la quale le truppe aveano sempre difeso il fianco, giusta il costume degli Sciti, dalle mobili trincee de’ lor carriaggi. Questa via di fatto giudiziosamente preferirono. L’esercito cattolico passò per mezzo dell’Ungheria ardendo e saccheggiando senza misericordia le chiese e i villaggi de’ Cristiani del paese; indi mise ultimo campo a Varna, paese situato in riva al mare, e il nome del quale è divenuto celebre per la sconfitta e la morte di Ladislao1.

  1. Varnes, o Warna, era sotto la denominazione greca di